UE: al Web le frequenze televisive liberate con l'arrivo del digitale terrestre

Con il passaggio al digitale terrestre in tutti i paesi europei si libereranno un buon numero di frequenze occupate attualmente dalle trasmissioni televisive analogiche. Un patrimonio di risorse trasmissive che potrebbe essere impiegato per la diffusione di servizi elettronici che abbattano, almeno in parte, il “digital divide“.

Il piano pare rientrare nelle intenzioni dell’UE, che ha mostrato un certo interesse per quelle frequenze che si libereranno nella banda compresa tra 790 e 862 MHz, ritenute come la soluzione perfetta per portare le connessioni senza fili anche in quelle aree non ancora raggiunte dall’ADSL via cavo.

La strategia mira a uniformare la distribuzione delle frequenze comprese in quella banda in tutti i territori dell’UE per arrivare ad una sorta di sincronia tra le reti, evitando così interferenze tra un paese e l’altro rendendo in tal modo “standard” la connettività senza fili in tutta l’Unione.

Ad essere coinvolte sono quindi anche le frequenze attualmente occupate dalle stazioni radio, che nei prossimi anni dovrebbero vedere anch’esse una migrazione al digitale, il quale consente un uso più efficiente della banda riuscendo a trasmettere più flussi multimediali diversi nello spettro di frequenze attualmente occupato da un solo canale analogico.

Il tutto è per adesso una semplice intenzione mostrata dalla Commissione Europea e sarebbe una soluzione utile a garantire al cittadino, se non la banda larga vera e propria diffusa tramite WiFi, che viaggia su frequenze ben più alte, l’accesso ai servizi di base per la comunicazione online come la posta elettronica e altri strumenti equivalenti.

Lo scoglio maggiore da superare appare tuttavia il riuscire a mettere d’accordo tutti i paesi circa la distribuzione di questo dividendo digitale, dato che potrebbero nascere forti contrasti, in questo senso, tra opposti interessi dei vari operatori attivi nel settore delle telecomunicazioni.

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