Viviane Reding: nessuno fermi il VoIP

Viviane Reding considera il VoIP non soltanto un servizio che ha diritto a crescere sotto i principi della net neutrality, ma il commissario UE vede nella telefonia via IP anche un volano importante per portare ad un sistema unico per le telco europee
Viviane Reding considera il VoIP non soltanto un servizio che ha diritto a crescere sotto i principi della net neutrality, ma il commissario UE vede nella telefonia via IP anche un volano importante per portare ad un sistema unico per le telco europee

Nei giorni in cui Viviane Reding rilascia il proprio manifesto programmatico per la riconferma a Commissario per la Società dell’Informazione e i Media, una interrogazione scritta giunge sulla sua scrivania per porre una ulteriore questione scottante: la Net Neutrality ed alcune recenti iniziative atte ad ostacolare il VoIP da parte di alcuni carrier europei. La lettera prende il caso specifico di T-Mobile che ha prima bloccato e poi riconsiderato sotto pagamento l’uso di Skype tramite le proprie offerte di connettività mobile.

La risposta della Reding è introdotta da una visione di ampio respiro sul contesto, per poi approdare al caso specifico: «Il Voice-Over-IP è una tecnologia innovativa con il potenziale per cambiare radicalmente le esistenti strutture del mercato delle telecomunicazioni, per aumentare la competitività e per rendere la telefonia più efficiente, più flessibile e più vicina alle esigenze degli utenti. In più il VoIP non dipende da una location fissa, ma può essere usato ovunque, in qualsiasi momento e può essere un importante volano per un mercato singolo europeo senza barriere nell’Unione Europea». Che la Reding intenda favorire l’emergere del VoIP, insomma, è cosa certa. Gli ostacoli, però, ci sono: «come principio generale, la discriminazione dei servizi VoIP da parte degli operatori con significativo potere di mercato non può essere tollerato dalle autorità di controllo nazionali e dovrebbe essere perseguito con gli opportuni strumenti già disponibili».

La Reding afferma poi l’attenzione della Commissione sul caso T-Mobile: il blocco di Skype andrebbe contro le normative, ma è stato comunque ritirato. Nessuna procedura di infrazione, pertanto, è stata al momento iniziata per approfondire la questione.

Viviane Reding propone anche un punto di vista alternativo, meno legale e più economico. Ispirandosi in qualche modo alla mano invisibile delle teorie di Keynes, la Reding sottolinea come a breve sarà possibile passare molto più facilmente e rapidamente da un operatore ad un altro. In tal senso, l’uso di servizi a valore aggiunto quali il VoIP potrebbe favorire i carrier più disponibili e punire coloro i quali operano chiusure come quella di T-Mobile con Skype. Sarà dunque il mercato a decidere per l’apertura, non la Commissione Europea. A meno che non venga chiamata in causa direttamente da nuove violazioni: «La Commissione continuerà a monitorare la situazione, in stretta collaborazione con le autorità antitrust nazionali, ed è pronta a perseguire eventuali casi in evidente violazione delle leggi comunitarie».

Così ha commentato per noi il report proveniente dall’UE Jean-Jacques Sahel, responsabile Skype per gli affari legali europei. Secondo Sahel Skype è ovviamente contrario ad ogni limitazione nell’uso dei servizi tramite operatori mobile: «Se applicati, questi piani porterebbero gli utenti a pagare due volte. La cosa non ha economicamente senso. Gli operatori delle telecomunicazioni vorrebbero danneggiare se stessi nel momento in cui le entrate dall’accesso a Internet da Mobile stanno salendo rapidamente».

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