Yahoo Wallet, nuovi algoritmi Google e click fraud

Yahoo potrebbe pensare ad un Yahoo Wallet, Google potrebbe ipotizzare nuovi sistemi per affinare la restituzione dei risultati all'utenza: questo quanto emerge dai nuovi brevetti registrati dai due motori. Il click fraud, nel contempo, sarebbe in calo.
Yahoo potrebbe pensare ad un Yahoo Wallet, Google potrebbe ipotizzare nuovi sistemi per affinare la restituzione dei risultati all'utenza: questo quanto emerge dai nuovi brevetti registrati dai due motori. Il click fraud, nel contempo, sarebbe in calo.

Non ci sono solo le trimestrali di cassa ad animare il mondo dei motori di ricerca. La sfida si vive soprattutto a livello tecnologico ed è sul campo che le parti stanno combattendo colpo su colpo la propria battaglia. Partendo dai brevetti, partendo da Google e Yahoo.

Tre brevetti in particolare, ottenuti con curiosa contemporaneità, aprono la strada a quello che potrebbe essere il futuro dei due motori. Yahoo si è aggiudicato il brevetto numero 7.031.939 il cui titolo esplica già in modo indicativo le intenzioni del gruppo: «sistemi e metodi per implementare lo scambio monetario tra persone». L’abstract parla direttamente di banche e carte di credito, con tanto di notifiche via mail e possibilità di revoca dei pagamenti. Impossibile non sviluppare un immaginario filo diretto con il supposto rivale Google Wallet.

Per Google i brevetti aggiudicati nelle ultime ore sono invece due: 7.031.954 e 7.031.961. Il primo concerne il ritrovamento di documenti «con controllo di accesso», ovvero la possibilità di restituire risultati elaborati in funzione dei permessi che ha in dote l’utente che formula la query: il brevetto suggerisce l’idea per cui solo chi ha il permesso di accedere ad un preciso documento possa entrare a conoscenza della sua esistenza tramite il motore.

Il secondo brevetto ottenuto da Google concerne un sistema particolarmente elaborato di restituzione dei risultati durante le ricerche e tale per cui le preferenze di una comunità sono in grado di rielaborare dinamicamente precise categorie concettuali permettendo di ottimizzare così la risposta del motore. L’aspetto più interessante consiste nella fattiva distribuzione della responsabilità elaborativa del «content pointer manager» tra il terminale dell’utente ed il database del motore.

Una buona notizia che coinvolge tutti i contendenti è relativa al click fraud: il Click Fraud Index, monitoraggio istituito dal Click Fraud Network di Click Forensis, vede il fenomeno in calo e comunque molto al di sotto delle precedenti indicazioni. Varie valutazioni avevano lanciato l’ombra di un click fraud al 20/30%, percentuale che se confermata avrebbe sminuito gran parte delle attività promozionali dei motori: Click Fraud Index ha invece indicato il fenomeno ad un 14% circa con percentuale ulteriormente più bassa (12%) per quanto riguarda Google (leader del settore e dunque gruppo preso maggiormente d mira dalle critiche del passato).

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti