Il Garante contro lo spam: la Rete non è un elenco

L'Autorità Garante per la Privacy ribadisce che gli indirizzi di posta elettronica pubblicati su Internet non possono diventare il bersaglio di comunicazioni commerciali non autorizzate.
L'Autorità Garante per la Privacy ribadisce che gli indirizzi di posta elettronica pubblicati su Internet non possono diventare il bersaglio di comunicazioni commerciali non autorizzate.

Gli indirizzi di posta elettronica pubblicati sulle pagine Web non vanno considerati pubblici. A ribadire il concetto è l’Autorità Garante per la Privacy, alle prese con le denunce di numerosi navigatori invasi dallo spam commerciale.

Il fatto che un indirizzo sia pubblicato su Internet, ha argomentato il Garante, non autorizza un’azienda a prenderlo di mira con e-mail non richieste. La pubblicazione sul Web degli indirizzi va sempre «rapportata alle finalità per cui essi sono pubblicati sulla Rete», chiarisce il Garante. La Rete, quindi, non può essere considerata un pubblico elenco, come le pagine del telefono.

In Italia vale dunque l’opt-in, la pratica per la quale l’utente deve esplicitamente esprimere il consenso all’invio di comunicazioni commerciali, e non può essere fatto oggetto di spam per il semplice fatto di aver reso pubblico un indirizzo.

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