Web: un mare di contenuti

Un navigatore su due ha pubblicato qualcosa su Internet. Dai siti ai weblog, dalle foto alle Webcam, un'indagine conferma la vitalità della rete Internet nella pubblicazione di contenuti
Un navigatore su due ha pubblicato qualcosa su Internet. Dai siti ai weblog, dalle foto alle Webcam, un'indagine conferma la vitalità della rete Internet nella pubblicazione di contenuti

Internet è un mezzo di comunicazione creato da chi lo utilizza. In nessuna medium il rapporto tra chi crea e veicola i contenuti raggiunge livelli di equilibrio così marcati come sul World Wide Web. La rete sta trasformando tutti in un popolo di navigatori, di scrittori e di fotografi. Questa massima è stata confermata dai dati diffusi da un rapporto diffuso lo scorso 29 febbraio.

Il rapporto Content Creation Online nasce da un’indagine telefonica della Pew Internet and American Life Project e stabilisce che ben il 44 per cento dei navigatori americani ha contributo ad accrescere il volume di informazioni del World Wide Web. Quasi un americano su due ha pubblicato sul proprio sito Web o su siti Web altrui propri contenuti, siano essi file musicali, documenti, lettere, fotografie.

Dall’indagine della società di ricerca emergono anche interessanti differenziazioni sulle tipologie di contenuti che vengono pubblicati. Un dato su tutti potrà sembrare sbalorditivo: non sono i testi il principale contenuto pubblicato dagli utenti, ma le pesanti e complesse fotografie. Il 21 per cento dei navigatori americani che hanno “prodotto” contenuti lo hanno fatto attraverso l’invio di foto ad un sito Web.


Due, probabilmente, i motivi che spiegano questo dato. In primo luogo il boom del Web multimediale cresciuto insieme con la larga banda e con la digitalizzazione della vita quotidiana. Crescono le fotocamere digitali, le videocamere digitali e tutto ciò che può rendere digitalizzabile la nostra esperienza e crescono anche le possibilità di distribuire queste esperienza attraverso i telefonini e il Web grazie alle connessioni sempre più veloci. In secondo luogo la crescita dei servizi di “dating”, ossia di quei servizi che mettono in reciproco contatto più persone con interessi e caratteristiche comuni. La foto, in questi servizi, è quasi d’obbligo.


Tra le differenti tipologie di contenuti emerge il ristretto successo che hanno i blog come strumenti di pubblicazione di contenuto. Solo il 2 per cento degli intervistati ha ammesso di utilizzare il blog come piattaforma di pubblicazione anche se indagini successive hanno comunque posto l’utilizzo dei blog tra gli internauti in una forbice tra il 2 e il 7 per cento. A fronte di questo ristretto numero di “utenti attivi” vi è invece un gran numero di “utenti passivi”. Ben l’11 per cento degli intervistati ha ammesso di aver letto o partecipato a discussioni attraverso i blog.


Scendendo nel dettaglio demografico dei dati si rileva che forte è la disuguaglianza tra chi crea e chi fruisce dei contenuti. I creatori di contenuti sono a maggioranza bianchi e hanno reddito superiore a 75 mila dollari. Forte, anche in questo campo, il divario sociale fra chi ha accesso e chi non lo ha.


Il rapporto di Pew Internet abbozza anche tre tipologie di fruitori di contenuti, diversificate secondo il grado di attività online. Al primo posto troviamo i cosiddetti Power Creators, una nicchia di giovani entusiasti che utilizzano blog, messaggerie istantanee, programmi peer to peer e ogni cosa che permette di comnicare su Internet. Gli Older Creators sono invece persone sulla sessantina che, in pensione già da un po’, passano il tempo occupandosi del proprio sito Web, inviando foto, filmati e materiale digitale. L’ultimo gruppo, i Content Omnivores, hanno invece l’abitudine di leggere tutto quello che gli capita sotto gli occhi, sono i lavoratori full time, esperti di tecnologie che non disdegnano di partecipare a forum e blog.


Il rapporto della Pew Internet and American Life Project è basato su un sondaggio condotto la scorsa primavera su oltre 2500 intervistati di cui oltre 1500 utenti Internet. Il rapporto è scaricabile in formato PDF dal sito della Pew Internet and American Life Project.

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