Winnenden, il ruolo di Internet è cambiato

Tim Kretschmer, 17 anni. Ha fatto una carneficina prima di togliersi la vita.

Di lui, nel ritratto abbozzato dai giornali, si sa che:

  • era un ragazzo introverso
  • si allenava al poligono ed il padre possedeva molte armi
  • giocava a ping pong
  • apprezzava i videogiochi violenti
  • qualche ora prima della strage aveva scritto su una chat ciò che avrebbe fatto in seguito

Usando gli stessi canoni di valutazione di altre casistiche similari, si potrebbe arrivare a dare la colpa alla chat ed ai videogiochi. Chissà, magari pure al ping pong. L’esperienza, invece, ha insegnato anche ai media maggior cautela, lasciando ipotizzare queste espressioni come conseguenze e non come cause.

Internet, anzi, stavolta diventa un mezzo di prevenzione: fermato in Svezia un ragazzo autoproclamatosi in rete emulo volontario dell’omicida di Winnenden. La cosa si inserisce pericolosamente a metà tra panopticon e pre-crimine, ma almeno in questo caso Internet siede dalla parte dei buoni.

È un primo passo per capire davvero dove, quando e perché scatti la scintilla omicida. E la rete non può e non deve fare da parafulmine.

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