USA: computer controllati alla frontiera

Una sentenza di una Corte Federale USA apre definitivamente la strada a controlli della TSA sui device elettronici che attraversano la frontiera. Senza autorizzazioni del giudice la TSA potrà controllare foto, email e documenti su individui sospetti
Una sentenza di una Corte Federale USA apre definitivamente la strada a controlli della TSA sui device elettronici che attraversano la frontiera. Senza autorizzazioni del giudice la TSA potrà controllare foto, email e documenti su individui sospetti

Non sarà una norma, ma sarà comunque una possibilità: chiunque attraversi la frontiera USA o sia comunque nei paraggi della frontiera verso Canada o Messico potrebbe vedere il proprio device elettronico passato al setaccio dalle autorità federali. Lo prevede una nuova norma che mette nelle mani della Transportation Security Administration (TSA) il diritto di controllare il contenuto dei device elettronici. Ma non è soltanto questione di sicurezza nazionale.

La novità è la conseguenza di «una recente serie di decisioni delle Corti Federali», dalle quali è giunto de facto il mandato alla TSA per una vigilanza aggiuntiva che autorizza all’accesso ai dispositivi elettronici. Laptop, Netbook, iPad, iPhone, Blackberry e quant’altro: tutto può essere passato al setaccio. Email, immagini, musica, file di archivio, documenti: il tutto prenderebbe forma a titolo definitivo da una sentenza dell’8 Aprile scorso con cui si è resa ammissibile una prova ottenuta da un addetto alla vigilanza presso il George Bush Intercontinental Airport di Houston.

Il caso si fa legge: l’agente dell’FBI avrebbe identificato un individuo sospettato di download di immagini pedopornografiche (da cosa sia emerso il sospetto non è dato a sapersi). Il sospettato si sarebbe però rifiutato di consegnare il proprio laptop per i controlli del caso almeno finché un giudice non avesse autorizzato l’operazione. L’autorizzazione è giunta e le immagini sono state trovate, ma la sentenza va ben oltre il caso singolo: la sentenza ha infatti autorizzato la TSA a controllare i device anche in assenza di garanzie specifiche da parte dell’autorità giudiziaria. Il giudice, infatti, ha ritenuto l’analisi dei file «un’operazione che non innalza il livello di invasione della privacy» e che non lede la dignità della persona.

Occorre però notare come la sentenza sia stata sì applicata a strumenti in uso per il controllo delle frontiere, ma che sia applicata non tanto per controllare import/export di documenti, quanto più per autorizzare la semplice controllabilità dei device elettronici presso i checkpoint indicati. Ed oltre alle frontiere la sentenza prevede anche un’area di garanzia che si estende a 100 miglia dalle stesse. Come spiega il Washington Post, insomma, un semplice volo tra Los Angeles e Phoenix potrebbe essere soggetto a tali controlli per la semplice vicinanza al Messico.

La sentenza individua negli Stati Uniti un nuovo punto di equilibrio tra la libertà personale ed il diritto da parte delle istituzioni di controllare i singoli individui sospettati di reato. Ma il tutto non all’insegna di un controllo capillare, ma piuttosto di una apertura in salsa “panopticon” che permetta alle autorità di accedere ai device in caso di bisogno. Il tutto, peraltro, pochi giorni dopo le rassicurazioni per cui iPad e netbook di ogni genere potranno salire a bordo senza problemi: la TSA ne riconosce la pervasività tra gli utenti ed il fondamentale ruolo di passatempo rivestiti in volo, dunque rassicura sulle modalità di imbarco e di controllo. Il tutto è spiegato in un apposito post ove si spiega che soltanto console e videocamere dovranno essere tolte dalla loro custodia per essere passati al tradizionale screening ai raggi X.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti