Nokia E-CU, il corpo come fonte di energia

Il designer britannico Patrick Hyland lancia un'idea innovativa nel mondo dei cellulari: un dispositivo in rame in grado di ricaricarsi col calore umano
Il designer britannico Patrick Hyland lancia un'idea innovativa nel mondo dei cellulari: un dispositivo in rame in grado di ricaricarsi col calore umano

Prima o poi le tradizionali prese per la corrente elettrica diventeranno obsolete. La ricerca di nuove fonti di energia, infatti, sta spingendo gli addetti ai lavori verso nuove forme per la produzione di corrente, soprattutto nell’ambito dei dispositivi elettronici. L’ultima idea relativa ad una possibile sorgente di energia alternativa e di ampia disponibilità proviene dal designer londinese Patrick Hyland, il quale vede nel corpo umano un possibile generatore di corrente.

L’idea non prevede alcun collegamento di cavi elettrici al fine di trasformare i processi biochimici del nostro organismo in corrente per alimentare cellulari o MP3, ma ha alla sua base il passaggio di calore attraverso i materiali: tramite un termogeneratore, sostiene Hyland, si potrebbe trasformare l’energia insita nel corpo umano sotto forma di calore in energia elettrica, che andrebbe ad alimentare un qualunque dispositivo elettronico semplicemente lasciando quest’ultimo nella tasca dei propri pantaloni.

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Hyland, non si è limitato a formulare tale ipotesi, ma ha anche realizzato un concept di cellulare alimentato “a calore”: il nome in codice è E-Cu, che richiama il materiale che ne ricopre la parte posteriore e che permette il passaggio di energia: il rame. “Cu” ne è il simbolo nella tavola periodica degli elementi, mentre la lettera E sta per “environment”. Dalle immagini distribuire in rete, si evince chiaramente il logo di Nokia sul dispositivo, ma non è ancora noto fino a che punto l’azienda finlandese sia coinvolta nel progetto.

Per quanto possa risultare interessante un’idea simile, la realtà dei fatti è ben diversa: prima di poter passare a fonti di energia alternative, meno inquinanti e, magari, facilmente trasportabili, i ricercatori dovranno lavorare ancora molto. Sono diversi i fattori che necessitano di parecchie ore di studio, quali ad esempio il rendimento delle trasformazioni energetiche, la sicurezza dei processi, e soprattutto l’effettiva fattibilità.

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