Rete, gli italiani temono per la propria privacy

La popolazione italiana teme per la propria sicurezza in Rete e sempre più spesso fa uso di misure di protezione per salvaguardare la propria privacy.
La popolazione italiana teme per la propria sicurezza in Rete e sempre più spesso fa uso di misure di protezione per salvaguardare la propria privacy.

Gli italiani hanno paura per la privacy in Rete, vedendo in essa numerosi potenziali pericoli per l’integrità sia delle proprie informazioni personali che della riservatezza. A metterlo in evidenza è un sondaggio condotto su di un campione di cittadini italiani che usualmente fanno utilizzo del web sia nel tempo libero che per il lavoro.

Secondo i dati, infatti, circa un italiano su tre (il 35% in base alle stime che emergono dalle analisi) ritiene Internet un luogo ove la privacy risulta maggiormente a rischio, ritenendo dunque la vita online maggiormente a rischio di quella offline da tale punto di vista. Un cittadino su due, invece, ritiene il web ed il mondo reale ugualmente pericolosi per la propria riservatezza. Un quadro, questo, che è stato delineato grazie alla collaborazione tra Microsoft Italia, Glocus e Fondazione Magna Carta.

Il rischio più elevato secondo la popolazione dello Stivale è quello corso dai conti correnti bancari e dalle informazioni sensibili, che rispettivamente con il 68 ed il 66 percento del totale si aggiudicano la medaglia d’oro e d’argento nella classifica delle frodi maggiormente temute. Al terzo posto (30%) si colloca invece la possibilità di vedere sottratte informazioni relative al proprio account di posta elettronica, mentre il tracciamento degli spostamenti tramite sistemi di geolocalizzazione segue a ruota con il 12%.

Circa il 92% degli intervistati è consapevole che navigare in Rete ha i suoi rischi ed ecco allora che emergono anche dettagli sulle misure di protezione maggiormente adottate: la scelta di una password difficilmente rintracciabile e la non lettura lettura di email ritenute sospette rappresentano il metodo più gettonato con il 57%, mentre l’utilizzo di appositi software quali antivirus, firewall ed antimalware figura al terzo gradino del podio con il 55%.

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