Facebook e la privacy, fallisce il referendum

Il referendum sulla privacy su Facebook è un totale fallimento: vota soltanto lo 0,038 percento degli utenti. Pioggia di critiche verso il colosso.
Il referendum sulla privacy su Facebook è un totale fallimento: vota soltanto lo 0,038 percento degli utenti. Pioggia di critiche verso il colosso.

L’interessante esperimento mondiale lanciato da Facebook la scorsa settimana si conclude con un clamoroso fallimento. Il referendum riguardante la Dichiarazione dei Diritti e delle Responsabilità ha raccolto infatti appena 342.632 voti, troppo pochi rispetto ai potenziali 901 milioni, per un quorum pari a solo il 0,038 percento degli aventi diritto al voto.

Jame Schopflin, portavoce del colosso, ammette che il risultato è particolarmente deludente perché l’azienda credeva di poter raggiungere almeno il quorum del 30 percento, corrispondente a 270 milioni di voti. Il risultato invece avrà soltanto valore consultivo, dunque non ufficiale per prendere decisioni sul futuro del social network. Ciò non vuol dire che non saranno prese iniziative correlate ai risultati (la maggiorparte dei votanti si è dichiarata contraria alle nuove misure esposte nella DDR), ma il fallimento totale dell’iniziativa fa riflettere e causa qualche critica.

Non sono pochi gli utenti che si sono lamentati con Facebook della scarsa visibilità riservata a un referendum eppure così importante per il futuro della privacy sulla piattaforma sociale più utilizzata al mondo, oltre alle varie difficoltà per trovare il link giusto che portasse al voto. Qualcuno affonda, convinto che l’azienda abbia volutamente tenuto il tutto “nascosto” (nonostante il breve clamore iniziale) per accusare poi gli utenti di non essere in fondo particolarmente interessati su questo genere di argomenti. Una mano tesa e l’altra a tenere il manico del coltello, insomma. Un gruppo di studenti irlandese accusa Facebook di democrazia cinese.

L’azienda però risponde e respinge al mittente qualsiasi illazione: «Abbiamo fatto tutto il possibile per rendere il voto semplice ed accessibile, ad esempio traducendo i documenti e l’applicazione di voto in alcune delle lingue più diffuse al mondo e pubblicizzando ampliamente il voto tramite notizie rivolte agli utenti, nonché pubblicità visualizzate sul sito Web tradizionale e su quello mobile. Il nostro processo di commento e voto sulle normative è stato inoltre coperto in modo insistente dai media», ha dichiarato Elliot Schrage, dirigente di Facebook, che promette comunque di migliorare le cose.

I commenti che abbiamo ricevuto dagli utenti durante il processo di voto e nel periodo aperto ai commenti sono importantissimi per noi, pertanto li prenderemo in considerazione per qualsiasi modifica futura che decideremo di apportare a questi due documenti, nel quadro di un ulteriore sviluppo del nostro sito.

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