Password, in futuro sarà sufficiente pensarle

In futuro potrebbe non esser più necessario digitare le proprie password online, ma basterà indossare un apposito dispositivo e pensarle.
In futuro potrebbe non esser più necessario digitare le proprie password online, ma basterà indossare un apposito dispositivo e pensarle.

Requisito indispensabile per poter accedere ad un proprio profilo su di un qualunque sito Web è ricordare la password associata al nome utente. Ad oggi, una volta ricordata è necessario digitarla, un domani potrebbe esser sufficiente il solo sforzo cerebrale: alcuni ricercatori stanno infatti lavorando per dimostrare la fisica realizzabilità di un sistema capace di effettuare il login analizzando le onde cerebrali dell’utente.

In futuro, dunque, per inserire le credenziali di accesso online potrebbe esser sufficiente semplicemente pensarle: ad inviarle ci penserà il sistema ad oggi in fase di progetto presso la School of Information di Berkeley, ove un team di ricercatori è ad oggi all’opera per studiarne l’effettiva possibilità di realizzazione. Qualora ciò dovesse essere dimostrato, entro qualche anno potrebbe esservi una vera e propria rivoluzione nel paradigma di accesso mediante credenziali segrete, con notevoli vantaggi dal punto di vista della sicurezza.

Virus, malware ed altri software che malignamente cercano di tracciare le operazioni degli utenti al fine di sottrarne i dati di login presso banche, social network ed altri portali si rivelerebbero difatti pressoché inutili. L’informazione viaggerà difatto non attraverso le classiche tastiere, ma mediante appositi sistemi di comunicazioni capaci di trasformare i segnali registrati con un encefalogramma in un qualcosa di comprensibile da parte dei calcolatori.

Ostacolo principale da superare ad oggi è la rilevazione di un segnale elettrico sufficientemente pulito da poterne ricavare un’informazione utilizzabile in un simile contesto. In base ai primi test, l’effettiva possibilità di realizzare un siffatto sistema di login sembrerebbe essere concreta: i ricercatori hanno infatti ridotto all’1% l’errore sull’interpretazione delle password pensate dai soggetti che hanno partecipato alle sperimentazioni, lasciando quindi le porte spalancate verso lo sviluppo di tale tecnologia.

Per rendere il tutto sensibilmente più usabile, poi, i ricercatori hanno adottato un dispositivo piuttosto simile ad un paio di cuffie, con la differenza rispetto a queste ultime legata alla presenza di un modulo in grado di estrapolare informazioni dagli stimoli elettrici che continuamente viaggiano all’interno del cervello. Il suo costo, pari a circa 100 dollari per unità, ne rende inoltre verosimilmente possibile la diffusione ad ogni livello e qualora dovesse prender piede tale sistema è prevedibile la nascita di nuovi device a prezzi inferiori.

Il computing biometrico, insomma, potrebbe in futuro offrire una risposta definitiva alle problematiche legate alla sicurezza dei sistemi di login online, con utenti che frequentemente denunciano frodi causate da incaute operazioni, vulnerabilità software o altri motivi di vario genere. La tecnologia biometrica creerebbe di fatto un canale diretto tra il cervello dell’utente ed il Web, rendendo particolare complicato intercettare le informazioni scambiate attraverso lo stesso.

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