Internet Media: un giro d'affari da 1,9 miliardi

Volano i Media su internet che fanno registrare un + 18% grazie a smartphone, video, social network e App, in un settore che globalmente perde invece il 5%
Internet Media: un giro d'affari da 1,9 miliardi
Volano i Media su internet che fanno registrare un + 18% grazie a smartphone, video, social network e App, in un settore che globalmente perde invece il 5%

In un mercato complessivo dei Media che vede registrare un calo del 5%, i nuovi Media su Internet sono gli unici invece che mostrano una sensibile crescita pari ad un + 18% che li porta complessivamente al 12% del mercato Media (valevano il 5% nel 2008). A trainare questo specifico settore la spinta delle componenti più innovative grazie soprattutto all’incremento dei ricavi Media su Smartphone (+167%), Tablet (+94%), App (+120%), Social Network (+75%) e Video (+37%).

Il mercato dei Media italiani perde globalmente, infatti, nel 2013 quasi altri 800 milioni di euro, a fronte del calo di tutti i Media più tradizionali, Stampa (-13%), Televisione (-4%) e Radio (-9%). Gli Internet Media, in crescita del 18% rispetto al 2012, raggiungono nel 2013 un valore di 1,9 miliardi di euro, grazie alle componenti più innovative (Smartphone, Tablet, Connected Tv, Social Network, Applicazioni, Pay, Video e Data-driven Advertising) che nel loro complesso prendono il nome di New Internet e che nel 2013 crescono del 73%. Questi dati emergono da una fotografica scattata dall’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano.

Internet Media

Internet Media

I motivi del successo della New Internet

Anzitutto i nuovi device come Smartphone, Tablet, Connected Tv, che moltiplicano le occasioni di fruizione di Internet; i Social Network, che stanno sempre più diventando il luogo privilegiato di interazione digitale e la porta di ingresso ad Internet; le Applicazioni, nuova modalità di accesso ai contenuti a fianco del browser; i Video, che stanno diffondendosi in modo pervasivo in Rete; nuovi modelli di revenue basati sulla vendita di contenuti a pagamento a fianco della pubblicità.

Inoltre, a partire da questa edizione dell’Osservatorio è stata aggiunta un’ottava componente che sta trovando un’iniziale applicazione in Italia: la pubblicità basata sui dati (Data-driven Advertising), che cambia profondamente la pubblicità Online rendendola più mirata e profilata grazie proprio all’utilizzo delle informazioni degli utenti.

Marta Valsecchi, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio New Media & New Internet:

Il mercato Media abilitato dal New Internet ha registrato una crescita del 73% nel 2013, arrivando a superare i 600 milioni di euro. Mentre la restante componente degli Internet Media, quella che definiamo Old Internet e che è composta dai formati più classici su Pc (come Standard Display Advertising, email Marketing, Search, Classified e Performance Advertising), mostra un incremento di soli 2 punti percentuali. Il peso del New Internet sul totale mercato Internet Media passa così dal 22% al 32% e prevediamo che nel 2018 arrivi a valere circa i due terzi.

Per Guido Argieri, Telco & Media Director Doxa,

Focalizzando l’attenzione sui Social Network, dall’analisi emerge come le Fan page possano svolgere un ruolo rilevante per i Media. Il 55% degli iscritti ai Social sono fan di un Editore Media e le Fan page più seguite sono quelle dei Programmi Tv (33%) e dei Quotidiani (30%). Inoltre è elevata la percentuale di utenti che ormai legge le news direttamente dai Social Network e nel 33% dei casi accede poi sempre o spesso al sito dell’Editore di riferimento per un approfondimento.

Se si analizzano nel dettaglio le dinamiche di ciascuna componente del New Internet, si scopre che una parte consistente di questo nuovo mercato è appannaggio delle grandi Internet Company globali e che le Media Company tradizionali sono riuscite, ad oggi, solo in parte a cavalcare e monetizzare queste nuove opportunità.

Per invertire tale situazione, è necessario un cambiamento a livello culturale-organizzativo, come sottolinea Andrea Rangone.

Occorre che le Media Company seguano le indicazioni dell’approccio lean startup che si basa su pochi, ma fondamentali, principi: accettare la sperimentazio­ne continua come unico modo di fare innovazione digitale; lanciare il prima possibile il nuo­vo prodotto/servizio digitale sul mercato per ricevere immediatamente i feedback degli utenti; porre fin da subito l’attenzione sugli indicatori chiave del business, misurando tutto ciò che ser­ve per capire cosa accade Online; utilizzare i feedback degli utenti e i risultati delle misurazioni per attivare un circolo virtuoso di apprendimento che porti al miglioramento continuo. In tale scenario, un’opportunità di sviluppo per le Media Company viene dalle startup. La ricerca evidenzia, infatti, che sono oltre 250 le startup finanziate a livello internazionale in questi ambiti. Diventa strategico per le Media Company saperle “scovare” quando sono ancora piccole, riuscire a supportarle nella crescita tramite i propri asset e saperle integrare nella propria offerta senza soffocarle.

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