Segnale WiFi per alimentare sensori e device IoT

I ricercatori dell'Università di Washington (Seattle) hanno progettato un sistema che permette di alimentare i dispositivi con segnali WiFi.
I ricercatori dell'Università di Washington (Seattle) hanno progettato un sistema che permette di alimentare i dispositivi con segnali WiFi.

In tutto il mondo sono in corso studi sulle batterie del futuro, ma già oggi è possibile sfruttare le tecnologie esistenti per alimentare i dispositivi elettronici. Oltre ai segnali radio ad alta frequenza, si potrebbe infatti utilizzare il diffuso standard delle reti wireless. I ricercatori dell’Università di Washington (Seattle) hanno sviluppato un sistema, denominato Power over WiFi (PoWiFi), che consente di fornire potenza a varie tipologie di device e sensori per la Internet of Things (IoT).

Un router WiFi viene comunemente utilizzato per inviare dati verso i dispositivi mobile, ma queste trasmissioni sono una forma di energia che può essere raccolta da antenne e convertita in tensione. Il team dell’università statunitense ha effettuato un test, collegando un’antenna ad un sensore di temperatura, posizionato accanto al router. Purtroppo, il valore non ha mai raggiunto la soglia operativa di 300 millivolt, perché la trasmissione dei dati non avviene in modo continuo. Quando si interrompe, diminuisce la tensione e il sensore non viene alimentato.

I ricercatori hanno però trovato la soluzione. Utilizzando tre router con chip Atheros, opportunamente programmati, hanno inviato rumore insieme ai dati su canali WiFi differenti, evitando interferenze. È stato quindi generato un segnale continuo che ha permesso di alimentare il sensore di temperatura da una distanza di sei metri. Aggiungendo una batteria ricaricabile si possono raggiungere i nove metri.

Con altri due esperimenti, i ricercatori sono riusciti ad alimentare una videocamera di sorveglianza a cinque metri di distanza e a ricaricare fino al 41% il fitness tracker Jawbone UP24 in circa 2,5 ore. La tecnologia PoWiFi potrebbe dare un importante contributo alla diffusione della Internet of Things, in quanto dispositivi e sensori non avrebbero più bisogno di una propria sorgente di alimentazione.

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