ICANN sotto assedio

In vista del prossimo meeting a Melbourne, non si placano i problemi dell'ICANN. Tra le questioni più spinose l'attivazione dei nuovi domini e la nuova gestione di quelli esistenti.
In vista del prossimo meeting a Melbourne, non si placano i problemi dell'ICANN. Tra le questioni più spinose l'attivazione dei nuovi domini e la nuova gestione di quelli esistenti.

Non si calmano le turbolenze attorno all’ICANN (The Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’ente non profit cui è stata demandata da parte del dipartimento dal commercio USA la gestione dei domini generici di primo livello (gTLD).

Negli ultimi giorni sono state almeno tre le notizie che hanno riguardato da vicino la società che, in attesa del prossimo vertice previsto a Melbourne tra il 9 e il 13 marzo, deve chiarire non pochi punti caldi.

Il caso News.net.

Il 5 marzo Idealab, un incubatore californiano, ha annunciato di procedere alla registrazione di domini alternativi all’ICANN mediante il registrar New.net. Iniziative di questo tipo esistono già da tempo e, come abbiamo raccontato in un editoriale, il loro valore è stato riconosciuto nelle recenti polemiche attorno all’allargamento dei domini di primo livello. Quella proposta da New.net è tuttavia la prima iniziativa che si pone volutamente in contrasto con i principi dell’ICANN, sia a causa del numero dei nuovi domini (più di 20) sia a causa del valore della società che sponsorizza l’evento (un incubatore molto noto negli Stati Uniti) sia a causa del largo respiro dell’iniziativa, presentata come una vera e propria alternativa, anche commerciale, all’ente americano. Se Idealab dovesse trovare altri provider disposti ad assecondarla sarà una vera rivoluzione.

Il ritardo dei nuovi domini
A fomentare l’exploit di Idealab c’è anche l’incognita sui nuovi domini “ufficiali”. Louis Tuton, il Vice presidente, segretario e legale dell’ICANN, ha dichiarato che probabilmente il via libera alla registrazione dei nuovi domini non verrà dato, come precedentemente previsto, a luglio. Tra gli ostacoli addotti da Tuton vi è in primo piano la fragilità finanziaria dei registrar (le società che hanno avuto in assegnazione la gestione dei domini). Ciò che l’ICANN vorrebbe evitare è la possibilità di intralci nella corretta e delicatissima operazione di registrazione e di mantenimento dei nomi a dominio, tra i principali vi è appunto la crisi che molti enti di registrazione stanno attraversando in questo periodo.

Il caso Verisign
Verisign è il più noto ente di certificazione per l’autenticazione dei dati su Internet. Attraverso la sua sussidiaria Network Solutions controlla anche la registrazione dei domini .com, .net e .org. Il primo marzo l’ICANN ha pubblicato una proposta di nuovi accordi che potrebbero intercorrere fra essa e la Verisign: estensione del controllo di Verisign sui domini .com fino al 2007 (con opzione per estenderli oltre) con progressivo abbandono del controllo dei domini .org e .net. In questo modo Verisign mette al sicuro il controllo dei .com sperando, forse, che le prospettive di progressiva migrazione verso i nuovi domini rimangano limitate a siti settoriali.

Durante le scorse settimane alcuni rappresentanti dell’ente hanno più volte dovuto esporre al nuovo congresso americano quale funzioni ha l’ICANN e in che modo intende gestire i delicatissimi intrecci che girano attorno ai nomi. Prima Vinton Cerf, presidente dell’ICANN, poi Michael Roberts, CEO dell’ICANN, e Karl Auerbach hanno dovuto spiegare cosa si agita dietro una delle organizzazioni più cruciali per il governo della rete. Il vertice di Melbourne dovrà chiarire, almeno in parte, alcuni di questi interrogativi.

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