eResolution getta la spugna

eResolution, uno dei quattro arbitri incaricati dall'Icann per risolvere le controversie sui nomi di dominio se ne va sbattendo la porta e punta l'indice contro le scelte dell'ICANN ed il Wipo, il suo principale concorrente, accusato di corporativismo.
eResolution, uno dei quattro arbitri incaricati dall'Icann per risolvere le controversie sui nomi di dominio se ne va sbattendo la porta e punta l'indice contro le scelte dell'ICANN ed il Wipo, il suo principale concorrente, accusato di corporativismo.

Rimescolamenti dell’UDRP (Uniform Dispute Resolution Policy) dell’ICANN. Giorni di passaggio di consegne tra i provider accreditati dall’ente americano per la gestione dei nomi di dominio, per risolvere i conflitti sulle url. Esce di scena eResolution, una società del Quebec (Canada) e fa il suo ingresso l’ADNCR (The Asian Domain Name Dispute Resolution Centre).



Ma l’alternanza non è nè fisiologica né indolore. eRresolution, uno dei quattro arbitri incaricati dall’ICANN per le risoluzioni delle liti sui nomi di dominio, abbandona per malcontento il mercato delle controversie internazionali. E lo fa lanciando accuse pesanti contro il corporativismo imperante nella politica delle liti sugli indirizzi Web.


La società canadese se ne è andata sbattendo sonoramente la porta sullo sfondo di un disagio diffuso sul funzionamento della giustizia dell’ICANN. Gli apporti più interessanti si possono leggere sugli svariati interventi sulla rivista online inglese Register, che da tempo segue il dibattito sulla materia.


L’annuncio di eResolution è arrivato il 30 novembre, quando sul sito della società canadese è comparso (solo per qualche giorno) un comunicato di fuoco contro il sistema di risoluzione dei conflitti sugli indirizzi Web in genere, sul ruolo svolto dal suo principale rivale, il Wipo e sulle scelte dell’ICANN.


Nel comunicato di eResolution (ora in parte leggibile sull’ezine Register) si premetteva che «il sistema di controversie dell’ICANN originariamente era stato pensato tenendo giustamente conto della concorrenza fra i vari organismi accreditati per le risoluzioni delle dispute». Ma, poi, proseguiva rimbeccando che il riconoscimento di un tale ruolo da parte dell’ICANN al Wipo (n organismo delle nazioni unite per la tutela della proprietà intellettuale) «ha fortemente inclinato l’equilibrio iniziale».


Il quadro finale, accusa eResolution è stato la polarizzazione del sistema di giustizia per gli indirizzi Web in seno all’UDRP dell’ICANN. Da una parte il Wipo, troppo sensibile alle ragioni del brand, letteralmente presa d’assalto dai proprietari di marchi che confidano nella sua giurisprudenza benevola verso il copyright. Dall’altra parte eResolution che non vivendo di solo marchio, lamenta di non riuscire nemmeno a coprire le spese per il suo funzionamento normale della sua attività. Di qui la sua decisione di chiudere battenti.


La libera scelta dei provider con i poteri di policy attribuitigli dall’ICANN in fatto di risoluzione dei conflitti è sempre stato uno dei punti dolenti dell’UDRP.


I difetti del meccanismo di risoluzione delle controversie del resto sono sotto gli occhi di tutti. E la mancanza di una competenza per territorio tra i vari provider accreditati presso l’ICANN, è solo il più vistoso perché ha portato ad un’egemonia di fatto dei due enti più potenti e più accomodanti verso i marchi.




Il grosso delle liti finisce davanti al Wipo ed al Naf lasciando agli altri enti risolutori i bruscolini. Recentemente Karim Benyekhlef, il Presidente di eResolution, ha criticato il Governo canadese per essersi rivolto al lontano Wipo (con sede a Ginevra) per riottenere una trentina di indirizzi Web piuttosto che all’ente dietro l’angolo, dotato di identiche competenze

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