Banda Larga: il futuro senza regole

La ripresa economica passa per il settore della banda larga ma il mercato italiano non sta al passo: poche regole e tante incongruenze. Gli organi di controllo non sembrano preoccuparsi
La ripresa economica passa per il settore della banda larga ma il mercato italiano non sta al passo: poche regole e tante incongruenze. Gli organi di controllo non sembrano preoccuparsi

Se c’è un uno spiraglio di ripresa per il settore delle telecomunicazioni e Internet è la banda larga. Ne sono convinti un po’ tutti: da Telecom Italia agli operatori alternativi, dai produttori di telefonini alle società di telefonia mobile, dai portali ai negozi di e-commerce. Tutto maturerà nel 2003. Quando ci sveglieremo fra un anno potremo forse avere sotto le mani un modo di comunicare del tutto nuovo: più veloce, più effciente, meno costoso. Avremo tutto in un click e tutti sembrano volerlo.



Tutto in un click! La banda larga è una nuova scommessa non solo per gli operatori telefonici ma per tutto il settore ICT (Internet, software, hardware, servizi): un mercato del valore di oltre 70 milioni di euro (secondo l’Osservatorio Smau ICT 2002) che potrebbe vedere moltiplicati i propri introiti e le proprie attività. Con la Banda Larga la rete Internet diventa parte integrante dei nostri consumi e delle nostre comunicazioni, così come la televisione e il telefono, ognuno con i propri interessi.



Tutti si preparano alla nuova partita. I provider, i consumatori, il governo stanno elaborando metodi e soluzioni per arrivare alla diffusione di massa di Internet e della Banda Larga.

I provider

I provider hanno un solo obiettivo: ridurre il potere dell’ex monopolista Telecom Italia. In italia esistono 800 provider e oltre 180 offerte ADSL (fonte adsl.html.it), alcune offerte in fibra ottica e alcuni servizi satellitari. Solo fibra ottica e satellite, una minima parte del comparto banda larga, possono installare apparati di connessione veloce senza passare sui cavi di Telecom Italia. Tutti gli altri operatori si devono adattare.

A Settembre 2002 gli abbonati a Telecom Italia erano 650.000 contro i 76.000 della concorrenza (dati Aduc) e gli operatori telefonici a banda larga che possono sperare in un vicino pareggio di bilancio si contano sulle dita di una mano. A gran voce si chiedono regole più certe per garantire un mercato in cui si potrebbe morire di monopolio.

I consumatori

A fare le spese di un mercato così poco trasparente sono anche i consumatori. Gli operatori alternativi, per poter aggredire il mercato, propongono tariffe al ribasso sperando di raggiungere una massa critica di utenti che poi, più in là, permetterà loro di pareggiare i conti. Spesso non si hanno le capacità o le strutture per sostenete il mercato e i servizi diventano scadenti e inutilizzabili. Il consumatore ha ben poco da fare: i contratti valgono un anno e non sono rescindibili prima della scadenza. In più l’indice di qualità del servizio sotto il quale gli operatori non possono scendere è di venti o trenta volte più basso della formula con la quale l’ADSL viene pubblicizzato: normalmente nelle connessioni a 640 Kbit di velocità il minimo garantito è solo 20 Kbit!



L’Associazione dei consumatori ha inviato alcuni giorni fa una lunga lettera alle autorità in materia di telecomunicazioni spiegando perché nella banda larga non esistono regole a difesa dei consumatori. Le insidie sono riassunte in tre punti:

  • La denominazione di larga banda anche a connessione che larga banda non sono
  • La totale inconsapevolezza dell’utente sulla reale velocità di una connessione larga banda
  • Le clausole del contratto: solitamente mensili e solitamente con rinnovo automatico

Il Governo

In una situazione del genere ci si aspetterebbe un maggiore intervento da parte degli organi di controllo: ministero delle Telecomunicazioni e garante per le Comunicazioni. Entrambi sembrano tuttavia non curarsi della situazione. Entrambi gongolano dei risultati pubblicati dalla Commissione Europea nei giorni scorsi che premiano l’italia per le più basse tariffe applicate dall’ex monopolista ai concorrenti. In particolare il ministro Gasparri si rallegra che «L’Italia, assieme alla riduzione delle tariffe, ha compiuto un grande passo in avanti nello sviluppo della banda larga».



Passo in avanti che però non basta a garantire un mercato profittevole per le società e giusto per i consumatori.

Il Wi-Fi

Un altro spettro però si aggira tra le tecnologie di telecomunicazioni: il Wi-Fi. Per gli operatori alternativi sarebbe una pacchia: arrivare direttamente a casa del cliente senza doversi appoggiare alle vecchie linee Telecom Italia, fornendo propri servizi, proprie tariffe e propri apparati di comunicazione. Il Wireless Local Loop (ottenibile attraverso la tecnologia Wi-Fi) potrebbe essere l’unico vero strumento in grado di garantire un accesso più equilibrato alla larga banda.



Utenti contro provider, provider contro Telecom Italia, provider contro provider. Un mercato impazzito, in cui l’unica cosa che sembra chiara è la latitanza delle strutture statali che, seppur fornite di tutti i mezzi legislativi necessari, sembrano quasi guardare da lontano gli eventi lasciando, in nome forse di una rozza economia di mercato, che precipitino da soli. Così scrivevamo più di un anno fa

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