L'aprile della Mela

Un bilancio positivo, video, nuovi portatili e il ritardo nello sbarco europeo di iTunes. Molte le luci nella primavera di Apple. Ma non mancano i problemi.
Un bilancio positivo, video, nuovi portatili e il ritardo nello sbarco europeo di iTunes. Molte le luci nella primavera di Apple. Ma non mancano i problemi.

Settimana intensa per Apple. Mercoledì scorso l’appuntamento con investitori e analisti per la presentazione dei risultati finanziari relativi al secondo trimestre fiscale. Lunedì gli annunci di aggiornamenti e novità sul fronte hardware e software. In mezzo l’ufficializzazione del ritardo per lo sbarco in Europa di iTunes Music Store. Ma procediamo con ordine.

I numeri emersi dal bilancio sono più che positivi ed evidenziano bene quale sia, oggi, l’ambito più favorevole per la società di Steve Jobs. Il profitto netto è stato di 46 milioni di dollari (14 nello stesso trimestre dello scorso anno). 749.000 i Macintosh venduti (+5%), 807.000 gli iPod (+900%). Tra gli analisti, però, c’è chi intravede in questo trend un elemento non del tutto confortante. In un articolo
apparso su Business Week, si sottolinea, ad esempio, come l’incremento del 5% nella vendita di computer, sia decisamente al di sotto del +13% registrato nelle vendite globali di PC in questo inizio di 2004 (dati Gartner). Quanto durerà l’onda lunga dell’iPod? Sarà in grado il lettore MP3 di sostenere a lungo termine la crescita dell’azienda? Non va forse rivista la politica dei prezzi sull’hardware partendo dal presupposto che essi sono determinati essenzialmente dalla domanda e non dalla percezione che si ha dei propri prodotti? Fin qui i rilievi di Business Week.

Intanto, la gamma dei portatili ha subito ad inizio settimana un completo remake (compreso un abbassamento del prezzo). In attesa dell’esordio anche sul mobile del nuovo G5, iBook e PowerBook fanno un bel balzo in avanti in termini di dotazione e prestazioni. Sull’iBook il modello base monta ora un G4 da 1Ghz (l’alternativa è un 1,2Ghz). Il nuovo PowerBook si spinge, sui modelli dotati di Superdrive, fino al G4 da 1,5Ghz, potando contare anche (ma solo sul 15″ e sul 17″) su una nuova e fiammante ATI Mobility Radeon 9700 che promette un miglioramento delle performance grafiche intorno al 30%.

Un aspetto interessante è che tutti i PowerBook portano in dotazione una scheda AirPort Extreme (wireless super-veloce secondo il protocollo 802.11g) e un modulo Bluetooth 1.2. In pratica, un’alternativa targata Apple al Centrino di Intel. Sempre lunedì, ha visto il suo esordio la nuova base AirPort, con conseguente aggiornamento del software di gestione.

Per i nuovi software, il palcoscenico d’esordio è stato l’annuale conferenza della National Association of Broadcasters che si è tenuta a Las Vegas. Dopo tanta musica (da iPod a iTunes fino a Garage Band), è toccato al video. Ben cinque le novità. Due quelle assolute.

Motion è il prodotto con cui Apple punta a scalfire il primato di Adobe (After Effects) nel settore della post-produzione e degli effetti speciali. Con Xsan, invece, la società di Cupertino fa il suo ingresso nei sistemi di archiviazione multimediale rivolti al mercato aziendale. Aggiornati anche Final Cut Pro (editing video) e DVD Studio Pro: in entrambi
i casi la novità più importante è il supporto per il video
ad alta definizione. Nuova versione anche per Shake, software professionale per il cinema. Presentata anche una preview del nuovo codec MPEG-4 denominato h.264. Un formato che ha nella scalabilità il suo punto di forza e che consentirà la distribuzione di video di qualità su una gamma di dispositivi che va dai cellulari 3G alla televisione ad alta definizione.

Sul fronte iTunes, è toccato al presidente di Apple Europa, Pascal Cagni, ufficializzare quello che molti osservatori paventavano da tempo. L’arrivo in Europa dello store musicale che continua a macinare record di download sul mercato americano, ha subito un ritardo rispetto ai tempi previsti. Alla base di tutto un elemento cruciale: la volontà di Apple di fornire un catalogo quanto più completo possibile, in linea con quello americano. Su questo punto gli uomini di Jobs devono affrontare due ostacoli. Da tempo si vocifera su difficoltà di accordo con le major musicali, forse restie a concedere la distribuzione dell’intero catalogo.

Ma l’aspetto più spinoso è sicuramente la difficoltà di armonizzare regimi fiscali e legislazioni sul copyright e sui diritti dei consumatori tanto diverse tra i vari paesi. È impensabile che Apple possa uscire con 20 versioni nazionali, per cui prima di fissare i termini definitivi del lancio vanno valutate con attenzione tutte le problematiche emergenti. Le stesse che un approfondito studio del Berkman Center for Internet & Society ha da tempo messo in evidenza. Le stesse che stanno incontrando i potenziali concorrenti di Apple (Napster e Real Networks in primis). Le stesse su cui (senza citare direttamente
il business della musica digitale) è intervenuta il 19 aprile la Commissione Europea. Il problema ha un nome: DRM. La Commissione ritiene innanzitutto necessaria la creazione di un ambito giuridico comunitario che superi i confini dei singoli stati, consentendo, dunque, il rilascio di licenze valide su tutto il territorio dell’Unione. Ma chiede anche maggiore chiarezza alle aziende sui termini d’uso dei prodotti protetti da sistemi di DRM. La strada suggerita è quella dell’interoperabilità tra i diversi sistemi, in modo da non sacrificare
le legittime aspettative dei consumatori. La realtà, purtroppo, è tuttora molto distante da questo scenario.

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