Spammer condannato, 4 mln di dollari a Microsoft

Usava tecnologie e nomi propri di Microsoft per inviare mail truffaldine a ignari utenti vittima: condannato in giudizio, tale Daniel Khoshnood deve ora 4 milioni di dollari all'azienda di Redmond, la quale ha già aperto ulteriori decine di cause similari
Usava tecnologie e nomi propri di Microsoft per inviare mail truffaldine a ignari utenti vittima: condannato in giudizio, tale Daniel Khoshnood deve ora 4 milioni di dollari all'azienda di Redmond, la quale ha già aperto ulteriori decine di cause similari

3.95 milioni di dollari, a tanto ammonta il debito di uno spammer nei confronti di Microsoft. La decisione del giudice federale Manuel Real colpisce sia Daniel Khoshnood che la sua controllata Pointcom Inc. per una condotta non regolare nella pratica di invio di e-mail truffaldine delle quali non solo erano vittime gli utenti, ma anche la Microsoft.

Vari nomi della galassia Microsoft sono stati utilizzati come mezzo per spingere gli utenti a scaricare una toolbar da installare nel pc. Tale toolbar era ovviamente solo un simulacro di ciò che prometteva di essere, ovvero un sistema per aggiornare automaticamente il sistema al fine di proteggere il tutto da attacchi informatici: sistema intrinsecamente tanto paradossale quanto efficace.

Per raggiungere lo scopo lo spammer incriminato ha utilizzato domini quali “hottmail.com“, “wwwwindows.com“, “microsoftc.com“, “wwmsn.com“, “bcentrals.com” o “windowsupdatenow.com“. La mail conteneva un avviso minaccioso in grado di predisporre l’utente all’attenzione, ed un link interno portava al contenuto del progetto di truffa.

Microsoft ha aperto questa ed altre cause legali appena la nota CAN SPAM è stata approvata, dando così avvio ad una campagna persecutoria senza precedenti nei confronti degli spammer: decine le cause aperte, decine i milioni di dollari in ballo. Brad Smith, consigliere generale Microsoft, saluta con entusiasmo il risultato acquisito e promette un’ulteriore giro di vite mediante azioni legali concertate «in partnership con altri technology providers».

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