Real Vs. Apple: la sfida continua

Dopo l'introduzione della tecnologia Harmony, Real passa all'attacco anche nel marketing e nella comunicazione. Canzoni a metà prezzo, un blog, petizioni ad Apple. Ma non tutto funziona come dovrebbe.
Dopo l'introduzione della tecnologia Harmony, Real passa all'attacco anche nel marketing e nella comunicazione. Canzoni a metà prezzo, un blog, petizioni ad Apple. Ma non tutto funziona come dovrebbe.

Continua. Con nuove mosse e strategie non sempre azzeccate, la sfida di Real
Networks
e del suo CEO Rob Glaser alla chiusura di Apple sul versante
delle tecnologie di protezione della musica digitale si è recentemente
arricchita di nuove pagine. Come riportato nel Focus
del 3 Agosto scorso, ad innescare la querelle è stata l’introduzione della
tecnologia Harmony. Grazie a questo software, chi acquista musica digitale
sullo store di Real può convertire i suoi file in formati compatibili con
i più diffusi player musicali di MP3, a cominciare da quell’iPod che domina
incontrastato in questo segmento di mercato. Naturalmente scandalizzata la reazione
di Apple e la minaccia di azioni legali è stata la logica conseguenza di
una mossa che a Cupertino hanno bollato alla stregua delle azioni di un qualunque
cracker. A prescindere dalle proprie opinioni in tema di copyright e DRM, è
un evidente attacco al modello di business di Apple: la musica che compri su iTunes
la puoi mettere su CD, la puoi sentire su 5 computer autorizzati, ma tra i lettori
portatili l’unico compatibile è iPod.

Sul fronte Harmony sono due le notizie da segnalare. In un’intervista
a cNet, Rob Glaser ha fatto balenare l’eventualità di concedere
in licenza la tecnologia ad altri sviluppatori di player multimediali per PC.
Intanto, il 17 agosto, ha fatto il suo esordio la versione 10.5 del Real Player,
che vede proprio nell’integrazione di Harmony la novità di maggiore rilievo.

Il 17 agosto è stato del resto quello dei fuochi d’artificio in questa
vicenda. Oltre all’arrivo del nuovo Player, Real ha dato inizio alla Fase 2,
quella che dalla tecnologia si è spostata sul piano del marketing e della
comunicazione.

Per cominciare, l’annuncio di una clamorosa promozione commerciale.
Per un periodo limitato, è possibile acquistare sullo store musicale di
Real singoli brani a 49 centesimi, la metà dei fatidici 99 di iTunes che
hanno per certi versi fissato il prezzo di quasi tutti i siti di download. Prezzi
dimezzati anche per gli album. Dopo pochi giorni, la società ha reso noto
di aver venduto 1 milione di brani grazie alla campagna. Tutto bene? Non proprio.
È stata proprio Real ad informare investitori ed azionisti di un aspetto
non trascurabile della faccenda. Con questa sorta di svendita, la società
perderà all’incirca 40 centesimi per ogni download, un fatto che avrà
conseguenze sui risultati finanziari del terzo trimestre. La stima fatta da diversi
analisti è che la perdita sarà pari a circa 1.8 milioni di dollari.

Per promuovere la sua strategia e per connotarla come una ‘battaglia in difesa
dei consumatori’, Real si è poi affidata ad un blog. Toni enfatici sin
dal titolo: Freedom
of Music Choice
. Per non parlare di quello ‘Stand Up for Your Rights!’ che
campeggia come chiosa della presentazione. Non casuale anche la scelta dei blog
e siti linkati. Lawrence Lessig, l’avvocato del caso Eldred, Doc Searls,
Tim O’Reilly: tutti paladini riconosciuti delle libertà digitali.
Più di uno ha storto il naso. E in molti hanno evidenziato come la ‘battaglia’
di Real sia in realtà ‘self-serving’, ad uso e consumo del proprio business.
Quando le critiche hanno iniziato ad affiorare copiose tra i commenti del blog,
questi ultimi sono stati prontamente chiusi.

Ciò di cui gli uomini della comunicazione di Real non hanno tenuto conto
sono innanzitutto gli utenti Apple, quelli che Forbes ha definito come
la ‘quinta colonna’ del dipartimento marketing di Cupertino. Utenti leali, partigiani
ai limiti del culto. Una schiera di affezionati su cui la società di Glaser
non può certo contare. Il software di Real, anzi, è stato spesso
criticato per la sua invadenza e per una serie di fattori che lo rendono ben poco
user-friendly. Risultato? Anche la petizione
promossa su Freedom of Music Choice si è rivelata un boomerang.
Don’t break my iPod, recita lo slogan. "Firma e fai sapere ad Apple
che vuoi il diritto di scegliere dove acquistare la tua musica!". Ma le prime
firme sono state quasi tutte anti-Real. Controordine. Nuova
petizione
, ma con registrazione obbligatoria e senza visualizzazione dei commenti.
Poteva mancare a questo punto la contro-petizione? Ecco pronta ‘Don’t break my
Petition, iTMS Users!
‘. Il succo: cara Real, stai difendendo il tuo business,
lascia perdere la libertà. E non nascondere le opinioni altrui. Finora
è la più firmata.

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