MPAA: 200 denunce e intenti bellicosi

La MPAA invia le prime 200 denunce per altrettanti John Doe accusati di aver scambiato illegalmente prodotti cinematografici tramite il web. Si annunciano inoltre ulteriori future iniziative legali e la disponibilità di un software per 'ripulire' il pc.
La MPAA invia le prime 200 denunce per altrettanti John Doe accusati di aver scambiato illegalmente prodotti cinematografici tramite il web. Si annunciano inoltre ulteriori future iniziative legali e la disponibilità di un software per 'ripulire' il pc.

Lo avevano annunciato, ora il tutto trova rispondenza nella cronaca del giorno: la MPAA, associazione che raggruppa le major della cinematografia, ha sporto denuncia nei confronti di circa 200 navigatori statunitensi rei di aver scambiato file relativi a film protetti da diritto d’autore.

Sulla scia di quanto già successo con la RIAA e le sue note 6000 denunce, il reato è contestato al momento a IP completamente anonimi: i cosiddetti “John Doe” verranno smascherati solo se gli organi di giudizio daranno il via libera all’apertura degli archivi dei provider.

La richiesta della MPAA sarebbe di 30.000 dollari per ogni singolo film scambiato, ma la premeditazione del reato potrebbe portare la quantificazione economica del reato a ben 150.000 dollari. Se da più parti tali accuse cercano normalmente i “grandi distributori” o chi sfrutta tali download a scopo lucrativo, l’offensiva MPAA sembra essere più radicale in quanto si evidenziano tra gli accusati anche utenti il cui scambio di file si limita ad una sola unità.

Mentre Dean C. Garfield, numero uno dell’MPAA, lascia intendere come l’offensiva legale rappresenti un semplice incipit a ciò che sta per arrivare, Jason Schultz della Electronic Frontier Foundation definisce insensata l’iniziativa e ricorda come tale modo di procedere non abbia in precedenza dato alcun risultato già alla RIAA.

Pochi sono i dettagli comunicati dalla RIAA in merito all’iniziativa legale (la stessa quantificazione delle denunce non è ufficiale), ma altre due importanti informazioni le si possono carpire dall’ultimo comunicato stampa dell’associazione: innanzitutto all’indirizzo www.respectcopyrights.org è possibile reperire un software che, ideato per genitori desiderosi di verificare quanto fatto dal figlio al pc, permette di certificare ed eventualmente cancellare materiale pericolosamente illegale dal proprio PC; in secondo luogo si annunciano ulteriori due iniziative legali delle quali non si offrono maggiori dettagli.

La battaglia sembra dunque essere appena iniziata e, in fede alla politica «del bastone e della carota» annunciata a suo tempo, la MPAA comunica anche varie iniziative atte ad educare l’utenza del web ad un corretto comportamento nei confronti dei prodotti coperti da copyright.

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