Assoprovider: 'stanchi di aspettare' l'ultimo miglio

Una lettera inviata dagli associati Assoprovider al ministro Gasparri richiede un sollecito intervento per la liberalizzazione dell'ultimo miglio: il Wi-Fi è incoraggiato dall'UE e potrebbe risolvere i gravi problemi italiani di Digital Divide
Una lettera inviata dagli associati Assoprovider al ministro Gasparri richiede un sollecito intervento per la liberalizzazione dell'ultimo miglio: il Wi-Fi è incoraggiato dall'UE e potrebbe risolvere i gravi problemi italiani di Digital Divide

Una lettera aperta datata 20 Gennaio aveva strappato una promessa, ma a distanza di ormai due mesi ancora nulla si è smosso negli ingranaggi della macchina che dovrebbe portare alla tanto agognata liberazione dell’ultimo miglio. Una nuova lettera che ogni singolo affiliato Assoprovider sta inviando al ministro per le Comunicazioni on. Gasparri intende ora risollevare la questione evidenziando la gravità della situazione in atto.

Questa la denuncia dell’associazione: «Gli imprenditori del wireless unlicensed, universalmente riconosciuto come il futuro della larga banda, vengono tenuti al palo in attesa di un nuovo regolamento che finalmente ammetta l’uso di queste tecnologie per connettersi ad Internet . Come se ciò non bastasse viene ventilata la preoccupante ipotesi che l’uso commerciale al massimo sarebbe concesso sulle montagne e sugli scogli del mare italico, perché escluso dove è già presente l’adsl; i giovani imprenditori delle TLC in Italia, invece di essere incoraggiati e aiutati, verrebbero in questa infausta prospettiva relegati nelle riserve, come i pellerossa negli Stati Uniti dei secoli scorsi»

Inoltre: «Al convegno su Agire Digitale del 25 gennaio 2005 a Roma, è stato dichiarato dal Ministero delle Comunicazioni che il nuovo regolamento da noi richiesto è ormai pronto e la sua uscita è solo una questione amministrativa, ma è passato già più di un mese da quella data e la situazione non è ancora cambiata».

La lettera sottolinea come la situazione italiana vada oggi assolutamente contro le indicazioni dell’Unione Europea ed inoltre viene oltremodo evidenziato il paradossale status di un sistema nel quale si impongono gli investimenti sulle connessioni via cavo ben sapendo che le barriere all’ingresso sono elevate al punto da impedire una concreta concorrenza a chi oggi ne controlla il mercato (con tutte le conseguenti problematiche legate al Digital Divide).

La richiesta è chiara:

  • libero uso delle frequenze delle bande non protette R-LAN ed Hyper-Lan (2,4 e 5 GHz) sia in modalità punto-multipunto (offerta di servizio alle utenze fisse) che punto-punto (offerta di servizio al pubblico e trunking tra sedi e stazioni base dell’operatore);
  • Nessun costo di licenza né per l’operatore né per l’utenza;
  • Nessuna limitazione sulle aree di copertura né geografiche né territoriali;
  • Nessuna limitazione circa la tipologia di servizi IP offerti con tecnologia wireless.

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