YouTube vendesi: chi compra?

YouTube è in vendita. Lo affermano fonti sentite dal New York Post, le quali quantificano la trattativa in atto nell'ordine del miliardo e mezzo di dollari. Difficile capire chi possa comprare una azienda che fa soldi tra mille rischi e qualche denuncia
YouTube è in vendita. Lo affermano fonti sentite dal New York Post, le quali quantificano la trattativa in atto nell'ordine del miliardo e mezzo di dollari. Difficile capire chi possa comprare una azienda che fa soldi tra mille rischi e qualche denuncia

YouTube è formalmente in vendita. La cosa non è ufficiale e dal gruppo non arrivano altro che “no comment”, ma la voce prende corpo sul New York Post citando fonti ben informate e vicine alla trattativa. Trapela anche la valutazione attuale del gruppo: 1.5 miliardi di dollari.

È un momento particolarmente delicato per YouTube e difficilmente una trattativa potrà decollare a breve termine. Il servizio è infatti in grande crescita ed ha letteralmente dettato una rivoluzione a cui tutti i grandi gruppi si stanno poco per volta adeguando. Tale crescita, però, è stata fatta grazie al silenzio che da più parti è stato adoperato nei confronti di una attività che basa gran parte del proprio successo su materiale illegalmente adoperato senza pagare le dovute royalty. Solo poco tempo fa John Battelle suggeriva una messa in vendita degli asset YouTube e quantificava in 1 miliardo il pacchetto complessivo con tanto di problemi di copyright risanati.

Universal vorrebbe portare YouTube in tribunale, Warner Music nel frattempo già si è accordata per una amicizia duratura basata su un pagamento sommario che permetta agli utenti di fare tutti gli upload che vogliono senza preoccuparsi del copyright. Mentre Microsoft, Google, News Corp. e Yahoo tentano di far sentire a YouTube il fiato sul collo, ecco che dall’alto qualcuno inizia a pensare di capitalizzare la situazione iniziale prima di dover pagar dazio.

Chi potrebbe comprare YouTube? I grandi gruppi si stanno muovendo in proprio ed i piccoli gruppi non hanno mezzi e capitale per poter trarre lucro dal sistema. eBay, AOL, Disney e pochi altri, secondo l’analisi originale di Sam Gustin, potrebbero avere un qualche interesse nell’ambito. Si attende ora un qualche indizio maggiormente argomentato prima di poter capire in quali termini l’asta potrà avere inizio.

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