La GdF ferma mutui, prestiti e spoofing

Il Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Milano ha fermato una attività illecita che reindirizzava gli utenti in cerca di prestiti e mutui sul sito di una finanziaria ligure, raccogliendo così clienti in modo illegale
Il Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Milano ha fermato una attività illecita che reindirizzava gli utenti in cerca di prestiti e mutui sul sito di una finanziaria ligure, raccogliendo così clienti in modo illegale

Cercare le keyword «mutui» o «prestiti» sui motori di ricerca poteva essere l’ultimo passo prima di cadere in una pericolosa truffa online architettata da alcuni manager ora fermati nel loro illecito. Spiega Reuters citando una nota del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Milano: «i manager di tre aziende che si occupavano di business online sono stati denunciati per truffa mentre alcune pagine Web sono state oscurate e sequestrate dopo che la Guardia di Finanza di Milano ha smascherato un’attività illecita che ha permesso di truffare circa 5.000 utenti Internet».

La truffa veniva attuata reindirizzando gli utenti sul sito di una finanziaria ligure, gestendo così in proprio le richieste provenienti online dagli utenti, partendo però da query relative a grandi società di intermediazione a livello internazionale. Gli utenti meno cauti si sono così trovati ad inviare le proprie richieste ad una azienda che nulla aveva a che vedere con i nomi cercati tramite il motore di ricerca.

Secondo quanto riportato da Reuters sarebbe« emerso che soltanto negli ultimi quattro mesi, grazie al software utilizzato per il reindirizzamento degli utenti, una delle società coinvolte aveva ottenuto oltre 91.000 contatti, vedendosi inoltrare circa 40.000 richieste di preventivi per la stipula di finanziamenti e mutui». 5000 le persone truffate in tutto, senza che sia stata al momento fornita una stima del volume d’affari generato dal sistema messo in piedi dai responsabili.

Poco di più è dato a sapersi circa le modalità con cui il raggiro è stato posta in essere: «la truffa è stata resa possibile grazie a un software realizzato da una società del Nord Italia che si occupava di business online, che consentiva di modificare l’indirizzo Web scelto dagli utenti».

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