L'America spia il traffico di internet

Non è una grande novità a dire il vero, già dopo l’11 settembre l’America aveva intensificato il controllo della grande rete in cerca di eventuali collegamenti con il terrorismo internazionale.
Una situazione che aveva fatto gridare allo scandalo e creato mille polemiche che avevano fatto addirittura tremare la casa Bianca.
Ma nulla è stato bloccato in quel periodo e adesso arrivano altre novità.

Da oggi, tutti i provider americani, dal più piccolo al più grande, dovranno dotarsi di accorgimenti tecnici che permettano alle forze dell’ordine federali di poter accedere in qualsiasi momento ai log di connessione degli utenti.
In sostanza gli isp dovranno dotarsi di “backdoor” specifiche atte a spiare in tempo reale i propri clienti.

Va detto che questa attività di spionaggio sarebbe permessa solo dopo la sentenza di un giudice, ma già in passato gli enti federali americani avevano anticipato la magistratura ottenendo in anticipo tutti i dati.
Una leggerezza che non va giù a molti in quanto violerebbe la privacy e renderebbe troppo facili le intercettazioni.

Qualcuno comunque suggerisce che in ogni caso uno snellimento delle procedure renderebbe le indagini più veloci garantendo una migliore efficienza delle forze dell’ordine.
Su questo punto tuttavia non tutti sono d’accordo in quanto “questa facilità” d’accesso ai dati personali potrebbe favorire anche le case discografiche da sempre in lotta con gli utenti che scaricano da internet musica e file protetti da diritto d’autore.

Si pensa che da adesso in poi potrebbero fioccare multe su casi basati su prove derivate non da indagini approfondite, ma da semplici confronti di log di connessione.
Una cosa francamente preoccupante.

Ma se l’America come al solito discute, noi europei non possiamo certamente sorridere, visto che la maggior parte del nostro traffico passa comunque su server americani e quindi anche le nostre attività saranno di conseguenza spiate…

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