Mobile, connettività e net neutrality

Pochi giorni fa sono stato ad un convegno e ho deciso di portarmi solo il palmare, perverificare ancora una volta il mio grado di mobilità .

Dopo le prime ore sentivo l’esigenza di controllare la posta, scrivere due righe ai miei contatti di IM, “voippare” un po’, ma anche approfondire quanto si stava dicendo; consultare i link suggeriti, capire chi era il relatore di turno, insomma comunicare e informarmi.

Essendo la location dell’evento in un aula interrata con copertura cellulare assente, ho ripiegato sul WiFi ad accesso pubblico.

Per chi ancora non lo sapesse, la legge Pisanu impone a chi vuole mettere a disposizione un servizio del genere (il classico free hotspot) di dotare ogni navigatore di username e password con cui accedere ad Internet e conservare per ognuno di essi i dati anagrafici, le riproduzioni dei documenti di identità, i log file dei server con i dati sul traffico. Soprattutto per la copia della carta di identità, si capisce che il processo è tutt’altro che automatizzabile.

E cosa succede se il ragazzo addetto a raccogliere i dati e fornire gli accessi è presente solo per le prime ore dell’evento? O ancora accorgersi che un centinaio di utenti che navigano assieme vanno piano, mentre agli account dei relatori (utenti privilegiati) era assicurata un’allocazione di banda maggiore grazie al QoS, per non rischiare rallentamenti durante i talk. E ciliegina sulla torta, trovare aperta solo la porta 80, quindi browsing e poco altro.

L’insieme dei fatti mi ha portato a riflettere sulla particolarità legislativa del nostro paese, che rende difficoltoso l’accesso ad Internet via Wi-fi (prediletto nel campo mobile) in maniera semplice, comoda e veloce, realtà consolidata invece in molti paesi europei.

Ma soprattutto sulla discrezionalità più totale che ha il fornitore di connettività (qualunque esso sia, dall’organizzatore di un evento fino al grande operatore telefonico) nello scegliere a cosa possiamo accedere, come possiamo farlo e con che privilegi. In una parola net neutrality.

Cosa succede in queste condizioni al mobile, che senza connettività perde molta della sua ragion d’essere? Con gli operatori di telefonia cellulare che non hanno praticamente rivali nella fornitura di accesso alla rete e che quindi non hanno motivo di abbassare i prezzi o offrire tariffe flat, non si rischia di frenare troppo l’evoluzione e la diffusione di questo settore?

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