Storia Apple: il mouse

Nel 1983 Apple presentò al mondo la sua interfaccia grafica: il MacOS 1.0.

Per la prima volta sui PC ogni cosa poteva essere controllata senza ricorrere alla console a linea di comando.

Per trarre il massimo guadagno da questa nuova interfaccia era necessario l’utilizzo di un mouse, una periferica molto innovativa in quegli anni (Microsoft arrancava, in ritardo, rilasciò la prima e poco apprezzata versione di Windows – il suo sistema operativo a finestre – nel 1985).

Il Lisa di Apple fu il primo personal computer ad utilizzare un mouse, ma costava tantissimo (9.995$).

L’anno successivo (1984) Apple introdusse il famoso Macintosh 128K che costava “solamente” 2.495$. La macchina ebbe un notevole successo e con essa il mouse cominciò ad essere conosciuto e apprezzato.

Il mouse di quei tempi, ovviamente, non era comodo come oggi; era un parallelepipedo di plastica con un unico tasto quadrato dalla parte dove usciva il cavo da attaccare al Mac.

Lo stesso anno Apple provò a commercializzarne una versione più comoda con il suo Apple //c; aveva il pulsante leggermente rialzato, ma non risultò affatto più comodo. Negli anni successivi Apple perfezionò il mouse assieme ai suoi Mac.

Nel 1986, con l’uscita di Apple//gs, l’ultimo della sua linea, la società di Cupertino presentò anche un nuovo mouse leggermente più ergonomico del precedente: questa volta il bottone era ribassato. Il nuovo mouse, più comodo del precedente, rimase uguale per diversi anni.

Nel 1993, in occasione del lancio del Macintosh Centris 610 Apple rinnovò nuovamente il mouse in dotazione. Questa volta era quasi completamente arrotondato e bombato, quindi si adattava perfettamente alla mano; l’unico tasto presente era grande come tutta la parte anteriore del mouse; in questo modo anche cliccare era più confortevole.

Questo mouse rimase in dotazione addirittura 5 anni e fu cambiato solo in occasione dell’abbandono della porta ADB.

Quando, nel 1998, Apple presentò gli iMac, anche il mouse (per la prima volta USB) subì il restyling della nuova era. Il nuovo mouse in vendita con l’iMac era perfettamente circolare bianco e bordi blue.

Gli utenti Mac inizialmente erano troppo entusiasti delle novità per soffermarsi a parlare del mouse, ma presto cominciarono ad arrivare le prime lamentele. Il nuovo mouse era scomodo: era troppo piccolo e non era per niente ergonomico.

Apple si affrettò a studiare un nuovo mouse e nel luglio del 2000 presentò un nuovo modello ottico sempre rigorosamente monotasto: l’Apple Pro mouse.

La nuova forma era molto più ergonomica e il design più curato: la plastica esterna era trasparente, mentre l’interno era nero.

Il mouse stesso, inoltre, funzionava come un grande pulsante quindi, per cliccare, non era necessario fare pressione in un punto preciso.

Gli anni passarono e, a cominciare dall’iBook, Apple cominciò a utilizzare il bianco. Nel 2003 la tastiera in dotazione ai Mac diventò bianca e così fece anche il mouse. Era assolutamente identico al modello precedente tranne che per il colore.

Il bluetooth cominciava a diffondersi, così, sempre lo stesso anno, Apple presentò il suo primo mouse senza fili. Esteticamente non era uguale al modello col cavo: era completamente bianco, non aveva più un rivestimento trasparente. Funzionava grazie a due pile AA e aveva un autonomia di qualche mese.

Nel 2005 Apple decise che era il momento di modificare sensibilmente il mouse, così presentò il Mighty Mouse, il primo mouse di Apple ad avere più di un tasto e uno scroll.

Il mouse era simile al modello precedente, ma con gli spigoli più bombati, aveva una piccola sfera che permetteva lo scroll a 360° (una novità assoluta ancora presente solo su Mac).

Il sistema di puntamento utilizzato era il classico ottico. Di completamente nuovo, oltre allo scroll, aveva i suoi 4 tasti molto particolari: i primi tre in realtà erano lo stesso tasto, ma Apple aveva inserito un trackpad nel mouse che rilevava in quale posizione si era cliccato; il quarto si utilizzava stringendo ai lati il mouse.

Il pubblico apprezzò il nuovo prodotto, ma notò anche un problema che Apple non aveva considerato. Lo scroll aveva infatti il difetto di bloccarsi proprio come la pallina che veniva utilizzata per il precedente sistema di puntamento, con la differenza che non era possibile smontare lo scroll per pulirlo.

In realtà, oggi, sappiamo che questo inconveniente può essere superato sfregando vigorosamente la pallina su un panno imbevuto di alcool o etere. È comunque una seccatura che forse poteva essere evitata.

L’anno successivo fu presentata la versione wireless del Migty Mouse. Il sistema di puntamento del nuovo modello era ora ottico al laser (sensibilmente più preciso) era inoltre possibile farlo funzionare anche con una sola batteria AA.

Anche in questo caso non fu risolto il problema dello scroll, anzi, se ne aggiunse un altro: l’eccessiva lentezza del cursore. Per il primo problema la soluzione era sempre la stessa, per il secondo, invece, fu necessario affidarsi ad un software gratuito chiamato “MouseZoom”.

Attualmente i Mac vengono venduti con il Mighty Mouse, ma si vocifera (grazie alla scoperta di un brevetto registrato nei mesi scorsi) che Apple stia preparando un nuovo mouse che elimini tutti gli inconvenienti dei modelli attuali senza rinunciare alle funzioni e al design che distingue i prodotti di Apple dalla concorrenza.

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