iPhone: rivoluzione o evoluzione?

iPhone è l’ormai noto telefono cellulare di casa Apple che da tempo fa parlare di sé, addirittura ha iniziato a far parlare di se quando ancora non era neppure stato ufficialmente presentato. Apple è storicamente abile nel generare hype nei suoi utenti, riuscendo a creare in loro interesse e aspettative attorno a prodotti ancora da pesentare, il caso di iPhone è un eclatante esempio di tutto ciò.

Una volta uscito per molti ha rappresentato una delusione rispetto alle aspettative, per altri è un oggetto rivoluzionario che non conosce paragoni. Oggettivamente parlando, avendolo provato per lungo tempo, posso dire che l’interfaccia, intesa letteralmente come strumento mediante il quale l’utente interagisce col device, è effettivamente rivoluzionaria. Mai nessun produttore è riuscito a proporre sul mercato un dispositivo così intuitivo da utilizzare e, soprattutto, così veloce nelle operazioni anche più complesse.

Sempre restando oggettivi è innegabile che esistono oggi in commercio, ed esistevano anche prima dell’uscita di iPhone, device mobili che hanno più funzioni e sono più espandibili di iPhone. È un dato di fatto che, però, lascia chiaramente intendere quale sia stata la strategia di Apple: non produrre un dispositivo che fa tutto maluccio, ma farne uno che fa poche selezionate cose, ma le fa bene e in modo rivoluzionario.

Il risultato finale è secondo me sorprendente, l’integrazione di Google Maps e YouTube ne sono un bellissimo esempio. Già da tempo, infatti, è possibile accedere da device mobili alle mappe di Google e ai video di YouTube, ma la stesse cose fatte su iPhone sono un’esperienza completamente diversa. Innanzitutto per l’interfaccia multitouch che rende intuitivi e quasi divertenti i comandi da dare per giungere al risultato voluto, in secondo luogo per la strepitosa velocità e stabilità del software che al momento non ha paragoni sul mercato dei device mobili.

Se pensiamo ad un Nokia N95, infatti, ci viene subito in mente che possiamo espanderlo potenzialmente all’infinito, ma usandolo ci accorgiamo subito che siamo di fronte ad un telefono di tipo tradizionale, peraltro affetto da una learning curve decisamente più complessa da salire per un utente non smaliziato. Infine non si può non considerare l’instabilità dei cellulari Symbian, che li porta talvolta anche al reset totale del dispositivo.

E’ forse anche per questi motivi che Apple ha deciso di non “aprire” iPhone agli sviluppatori, costringendoli a “rinchiudere” le loro applicazioni in un browser usando AJAX. In questo modo Jobs blinda la stabilità di iPhone, che potrebbe essere minata consentendo l’installazioni di software di terze parti, cosa che indirettamente provocherebbe un danno anche ad Apple. Sono però convinto che superata questa fase di rodaggio (non dimentichiamoci che è il primo cellulare Apple), i prossimi iPhone saranno aperti anche agli sviluppatori. Il modo migliore per diffondere un device in un mercato affollato è quello di fornire terreno fertile per i programmatori, così che questi creino una killer application.

Nel complesso ritengo che iPhone rappresenti non una rivoluzione per il mondo dei device mobili, bensì un importante milestone di cui la concorrenza non potrà non tener conto. Non pare convincente la risposta TouchFLO di HTC, che pare piuttosto un “trucco” software e niente più. E’ evidente che il futuro dei cellulari vede il touchscreen come “next big thing” e questo grazie anche ad Apple.

Non credo tuttavia che, almeno nel breve-medio termine, vedremo un’invasione di iPhone come ne abbiamo vista di iPod nel campo dei lettori MP3. La scelta di bloccare iPhone e vincolarlo ad operatori con lunghi contratti è secondo me freno notevole ad una sua capillare diffusione.

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