E se Google fosse in calo?

Google in calo, anzi no: una differenza nei sistemi di metrica di Nielsen connotano numeri in discesa per Google, ma la realtà è che trattasi solo di una nuova fotografia di uno stato dei fatti sostanzialmente immutato: Google domina, gli altri inseguono
Google in calo, anzi no: una differenza nei sistemi di metrica di Nielsen connotano numeri in discesa per Google, ma la realtà è che trattasi solo di una nuova fotografia di uno stato dei fatti sostanzialmente immutato: Google domina, gli altri inseguono

Premessa: il titolo potrebbe essere un paradosso. Infatti una importante statistica sembra fotografare un improvviso calo nelle ricerche effettuate tramite il modulo di Google, ma la verità potrebbe essere altrove: potrebbe essere infatti lo stesso sistema statistico ad aver causato il gap registrato per i mesi passati.

I dati giungono da Nielsen Online. Google Search ha assommato nel mese di dicembre poco più di 4 miliardi di query, ovvero il 56.3% del totale di quelle composte dagli Stati Uniti. Nello stesso mese Yahoo ha raggiunto quota 1.3 miliardi e Windows Live Search poco meno di 1 miliardo (rispettivamente 17.7% e 13.8%). La differenza con il passato è sensibile: in novembre era ancora Nielsen a calcolare per Google 4.3 miliardi di query con una percentuale sul totale del 57.7%. Il calo, nel giro di un mese, sarebbe dunque dell’1.4%.

I numeri non debbono però trarre in inganno. Infatti una nota Nielsen spiega che le cifre sono in questo caso non paragonabili con il passato: il nuovo MegaPanel non è infatti in alcun modo confrontabile con MegaView Search e MegaView Online Retail. Le differenze di metodo rendono non omologabili le metriche, pertanto la statistica semplicemente descrive una nuova realtà la quale va a sovrapporsi, senza differenze sostanziali, a quella pregressa. Lo stato dei fatti rimane infatti lo stesso: Google Search domina il settore con oltre la metà delle query, Yahoo arranca e Windows Live Search cresce con andamento altalenante nella strenua ricerca di chiudere il gap con le prime posizioni. Seguono AOL (4.7%) e Ask.com (2.2%). Le briciole a tutti gli altri.

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