GPL, storica vittoria su Verizon

Verizon ha firmato un accordo per chiudere il contenzioso che ha visto il colosso messo alle corde per aver violato la licenza GPL con un proprio router wireless distribuito nelle case USA. Ammesso l'errore, la causa va liscia verso la conclusione
Verizon ha firmato un accordo per chiudere il contenzioso che ha visto il colosso messo alle corde per aver violato la licenza GPL con un proprio router wireless distribuito nelle case USA. Ammesso l'errore, la causa va liscia verso la conclusione

Il colosso americano delle telecomunicazioni Verizon ha firmato un accordo con il Software Freedom Law Center, un’organizzazione per la tutela legale del software libero, per porre fine ad un contenzioso riguardante la violazione della licenza GPL. Il caso particolare riguarda il router wireless Actiontec MI424WR, utilizzato da Verizon per portare nelle case degli americani servizi di internet e TV su fibra ottica. Nel router è stato incluso del software rilasciato sotto la licenza GPL 2, senza renderne disponibile il codice sorgente, come invece richiesto dalla licenza.

La denuncia di violazione della legge sul diritto d’autore è stata presentata il 6 dicembre scorso dai due principali sviluppatori di BusyBox, il software oggetto della controversia: si tratta di un set leggero, e particolarmente adatto a dispositivi embedded, di utility standard Unix. Già negli scorsi mesi BusyBox si era reso partecipe di altri contenziosi per il rispetto della licenza GPL. Casi simili avevano già coinvolto altri produttori di apparecchiature multimediali e di rete, tra cui Monsoon Multimedia, Xterasys e High-Gain Antennas, tutti rei di aver incluso BusyBox nei loro prodotti senza pubblicarne il codice. In tutti i casi, le aziende coinvolte hanno patteggiato, facendo ammenda dei loro errori e pagando dei risarcimenti, relativamente modesti, a titolo di rimborso per le spese penali sostenute.

Anche Actiontec e Verizon hanno ammesso l’errore. Gli sviluppatori di BusyBox hanno rinunciato all’azione legale e hanno garantito alle due aziende il permesso di utilizzare e distribuire il loro software. Actiontec, in cambio, pubblicherà il codice si BusyBox sul proprio sito web, nominerà al suo interno un funzionario per le norme sull’Open Source e, secondo il comunicato stampa, «intraprenderà azioni sostanziali per informare quanti in precedenza hanno ricevuto BusyBox da Actiontec e i suoi clienti, inclusa Verizon, dei loro diritti riguardo il software rilasciato sotto la GPL. L’accordo include anche un non precisato corrispettivo finanziario pagato agli attori da parte di Actiontec».

Dean Chang, presidente e CEO di Actiontec, ha dichiarato: «Apprezziamo il valore dei contributi tecnologici della comunità opensource, e ci aspettiamo di lavorare con rinnovato impegno in cooperazione con loro». Grande soddisfazione da parte del Software Freedom Law Center, felice «di aver risolto questo problema in una maniera che potesse sostenere sia la GPL, sia gli interessi dei nostri clienti», e soprattutto da parte degli sviluppatori di BusyBox, tra cui figura Bruce Perens, da più di dieci anni uno dei leader storici del movimento Open Source. Fin dalla pubblicazione dell’Open Source Definition, considerato il manifesto ufficiale dell’Open Source, Perens è impegnato in conferenze sul tema. In passato ha parlato di fronte alle Nazioni Unite e alla Commissione Europea. Lo scorso anno è stato in Italia ospite della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.

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