Quando la RIAA denunciò un senzatetto

Dopo un anno di controversie legali, la RIAA ha ritirato la denuncia contro un senzatetto accusato di aver scaricato illegalmente file musicali dalle reti p2p. La decisione è stata presa dopo le dure critiche del magistrato nei confronti della RIAA
Dopo un anno di controversie legali, la RIAA ha ritirato la denuncia contro un senzatetto accusato di aver scaricato illegalmente file musicali dalle reti p2p. La decisione è stata presa dopo le dure critiche del magistrato nei confronti della RIAA

Sembra non conoscere limiti la crociata indetta dalla RIAA, l’Associazione americana dei produttori discografici, contro chi scarica illegalmente musica online. Dopo i numerosi casi di denuncia contro privati cittadini, il trust delle major discografiche statunitensi si è visto costretto a ritirare una causa avviata circa un anno fa contro un senzatetto. La decisione è giunta in seguito alle pressanti richieste del magistrato incaricato di seguire il caso, che ha formalmente ventilato l’ipotesi di pesanti sanzioni nei confronti dello studio legale che assiste la RIAA.

Nel corso del febbraio 2007, Chaz Berry fu accusato di aver violato ripetutamente il copyright di alcune case discografiche attraverso i network P2P. Identificato l’account dal provider AOL, la RIAA decise di intentare causa per far valere le proprie ragioni. Ma la consegna della denuncia si rivelò più difficoltosa del previsto: a causa di alcuni problemi finanziari, Berry si era visto costretto ad abbandonare la propria abitazione. Il procedimento legale slittò, così, di circa due mesi, periodo in cui gli avvocati della RIAA cercarono di rintracciare il novello senzatetto.

Constatata l’impossibilità di trovare il loro uomo, i legali dell’accusa decisero di inviare ugualmente la denuncia al domicilio ormai abbandonato da Berry e procedere ugualmente con la causa nel giugno del 2007. Dopo aver attentamente ricostruito la linea temporale degli eventi, il magistrato ha recentemente ravvisato il comportamento poco professionale degli avvocati della RIAA, colpevoli di non aver prestato sufficiente attenzione al caso e al reale stato di Chaz Berry. Secondo il giudice, parte della documentazione prodotta dai legali del trust discografico dimostrerebbe la scarsa buonafede della RIAA nella vicenda, tanto da prefigurare la possibilità di sanzioni nei confronti dello studio legale che ha seguito il caso.

Sulla base delle obiezioni sollevate dal magistrato, la RIAA ha deciso di rinunciare al caso, ritirando la denuncia nei confronti di Berry. Per evitare le sanzioni da parte del magistrato, i legali dell’associazione discografica hanno presentato scuse formali alla Corte riconoscendo il loro errore di valutazione e la loro condotta poco ortodossa nei confronti delle autorità giudiziare.

«Analizziamo e valutiamo le particolari circostanze di ogni caso, compreso quest’ultimo, cercando sempre di essere onesti e ragionevoli pur dovendo proteggere i nostri diritti»  ha dichiarato un portavoce della RIAA, che ha confermato l’intenzione dell’associazione di non perseguire più il senzatetto Chaz Berry. Medesima sorte per un gruppo di ragazzi statunitensi. I legali della RIAA hanno recentemente rinunciato alla denuncia contro dodici studenti della University of Arizona, accusati di aver scambiato illegalmente file musicali attraverso le reti p2p: l’impossibilità di identificare con precisione i ragazzi responsabili dei download illegali dai computer dell’università ha spinto la RIAA a ritirare la denuncia.

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