Il P2P occupa tutta la banda?

Molti ISP, da diverso tempo, si sono adoperati per filtrare le connessioni dati dei propri abbonati addossando tutte le responsabilità sull’enorme traffico derivante dai circuiti P2P che creerebbero non pochi problemi agli utenti della Rete.

Il vicepresidente della AT&T, Jim Cicconi, ha confermato che il 10% degli internauti consuma l’80% della banda disponibile, anche se il principale indiziato non sembra essere solamente il P2P.

Infatti, secondo Cicconi, è lo streaming video la reale causa degli ingorghi che si vengono a creare nella Rete, scagionando parzialmente il P2P.

Il manager avrebbe sentenziato che nei prossimi anni, a causa dello spropositato aumento dello streaming video, la Rete non sarà in grado di fronteggiare tale richiesta.

È ovvio che Internet necessita di nuovi investimenti volti ad accrescere le risorse tecnologiche.

Naturalmente è lecito chiedersi come mai i provider operano un monitoraggio delle connessioni mediante dei filtraggi, a discapito dei propri abbonati che pagano per una banda che non possono sfruttare, visto che il problema maggiore non è rappresentato dal traffico del P2P.

Ci sono forse oscuri accordi tra gli ISP e le Major volti alla tutela del diritto d’autore?

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