Yahoo firma il grande compromesso

Dopo mesi passati a sfidarsi su chi meglio avrebbe potuto sostenere gli interessi degli azionisti, Jerry Yang e Carl Icahn hanno deciso di posare le armi e di sedersi l'uno affianco all'altro. C'è una trimestrale da affrontare. Poi si parlerà di Microsoft
Dopo mesi passati a sfidarsi su chi meglio avrebbe potuto sostenere gli interessi degli azionisti, Jerry Yang e Carl Icahn hanno deciso di posare le armi e di sedersi l'uno affianco all'altro. C'è una trimestrale da affrontare. Poi si parlerà di Microsoft

Messo alle strette dalla sfida di Carl Icahn, da una guerra di voti in arrivo e da una trimestrale da superare indenne, il Board of Director Yahoo ha alzato bandiera bianca e, pur di evitare di arrivare allo scontro diretto, ha acconsentito all’estremo compromesso: Carl Icahn sarà assorbito in un Board of Director esteso e di prossima presentazione.

L’annuncio giunge direttamente da Yahoo e le frasi di circostanza si moltiplicano: i nomi che fino a ieri si sono vicendevolmente accusati di voler le peggio cose per il futuro del gruppo, ora si troveranno fianco a fianco a percorrere la strada sulla quale è previsto il ritorno del dilemma Microsoft/non-Microsoft. Ad ogni effetto le prossime votazioni perdono dunque di efficacia in quanto i due schieramenti si troveranno entrambi sullo stesso versante ed Icahn sarà direttamente impegnato a difendere il proprio teorema pro-Ballmer.

Al termine del meeting annuale (per l’occasione rinviato più volte fino al limite estremo previsto dai regolamenti interni del gruppo) il nuovo Board sarà caratterizzato dalle seguenti componenti:

  • Roy Bostock, Ronald Burkle, Eric Hippeau, Vyomesh Joshi, Arthur Kern, Mary Agnes Wilderotter, Gary Wilson e Jerry Yang: con l’esclusione di Robert Kotick, il quale decide di farsi da parte, viene confermato in blocco il Board odierno;
  • Carl Icahn, il quale viene incluso nel board per assecondare il suo 4.98% di proprietà azionaria e la sua battagliera volontà di conseguire ad un accordo con Microsoft;
  • due poltrone vacanti, le quali saranno presumibilmente occupate da membri della lista composta anzitempo da Icahn per sfidare Yang ai voti.

Al termine delle operazioni il Board sarà composto da 11 componenti contro i 9 attuali. Risulta a questo punto difficile prevedere quali possano essere le risultanze di tale decisione, ma quel che è certo è il fatto che dal compromesso (per certi versi atteso, al fine di evitare una battaglia ai voti che avrebbe poca utilità per tutti) ne uscirà un quadro nuovo in cui la voce di Redmond passerà per un canale preferenziale. Il mediatore Icahn è stato istituzionalizzato all’interno del Board, ma la cosa al momento non sembra essere di facile interpretazione nelle proiezioni di breve periodo sui destini del gruppo. La cosa certa è che i tempi si allungano e le novità primarie potrebbero giungere ora non tanto da Microsoft, quanto dalla prossima trimestrale.

È questo il prossimo ostacolo: la manovra che consente di evitare la sfida all’arma bianca potrebbe essere difensiva, in vista di numeri al ribasso (sulla scia dei cattivi risultati già ottenuti da Google e Microsoft) nel contesto di un azionariato già sufficientemente provato. Il pre-market si è aperto in rosso, ma l’intera seduta potrebbe rimanere parecchio nervosa in attesa di ulteriori novità relative all’accordo con Carl Icahn (una nuova missiva verrà inviata agli azionisti nelle prossime ore per dettagliare la stretta di mano). La trimestrale giungerà nella giornata di domani alla chiusura di Wall Street.

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