DECE mira a sostituire i vecchi DRM

Un sistema che non blocchi i file ma che possa garantirne la libera circolazione su tutti gli strumenti e i supporti appartenenti a chi li ha regolarmente comprati: DECE mira a diventare uno standard, ma se la dovrà vedere con Apple
Un sistema che non blocchi i file ma che possa garantirne la libera circolazione su tutti gli strumenti e i supporti appartenenti a chi li ha regolarmente comprati: DECE mira a diventare uno standard, ma se la dovrà vedere con Apple

Quello che nell’ambiente della rete si dice e si sostiene da anni ora sta finalmente finendo in bocca anche a chi lavora nella distribuzione digitale: «Vogliamo unire tutti i digital rights insieme e così distribuire un prodotto che per i consumatori sia migliore di quello gratuito» ha detto Mitch Singer CTO di Sony.

Ciò di si cui parla è DECE (già noto come Open Market) un consorzio che ha come scopo riunire tutti i principali player nella catena di distribuzione dei contenuti digitali. Si comincerà con i film e secondo il piano tutti i device che aderiscono a DECE potranno leggere senza problemi i file video acquistati da qualsiasi store che aderisce al progetto. Il risultato, se ipoteticamente tutti aderissero allo standard, sarebbe che l’utente si troverà a non distinguere tra il prodotto libero e quello bloccato dai DRM fino a che non tenta di inviarlo a qualcun’altro.

L’idea infatti è che i device DECE e i file distribuiti con DRM DECE facciano tutti parte del medesimo ecosistema e dunque siano in grado di riconoscersi a vicenda come appartenenti alla medesima persona. Sarebbero così possibili infinite copie personali e infinite masterizzazioni per uso personale. Si potrebbe anche non scaricare mai il file acquistato ed eseguirlo in streaming infinite volte da molti device diversi (cellulari, televisori, set top box, eccetera).

Il problema di DECE è uno solo: per essere efficace come si spera dovrebbe comprendere tutta la tecnologia esistente, dovrebbe in sostanza diventare uno standard adottato da tutti. Al momento sono in molti ad aver aderito al progetto, ma non tutti. Tra i più grandi rimangono fuori senza dubbio Apple (cioè iTunes) e Disney, i quali hanno ad oggi un piano loro esclusivo.

Cupertino infatti ha da anni aderito a questa tipologia di protezione dei contenuti basata non sul blocco del file, ma la sua libera circolazione in una cerchia controllata di device e ambienti. La differenza rispetto al DECE è che per Apple la cerchia autorizzata è rappresentata solamente da ciò che ha una mela impressa sopra. DECE, al contrario, mira alla globalità e non può certo trascurare gli utilizzatissimi strumenti di Jobs. Sul braccio di ferro con il numero uno si misureranno le possibilità di successo di un sistema che senza dubbio avrebbe i numeri per fare la differenza.

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