Sinclair QL, il debole successore dello Spectrum

Nel 1982 Sir Clive Sinclair, già da anni stimato come ideatore e imprenditore nel campo dell’home-computing, intraprende la progettazione di un prodotto, tecnicamente più avanzato, inteso a surclassare il già affermato Spectrum.

Presentato ufficialmente nel 1984, il Sinclair QL (acronimo di “Quantum Leap”, termine che in fisica quantistica definisce il fenomeno di salto quantico ma che può essere tradotto anche come “salto di qualità”) era indirizzato prevalentemente alle piccole imprese e sfoggiava, in effetti, alcune caratteristiche innovative.

In primis, sfruttava un sistema operativo preemptive multitasking, il “QDos“, che permetteva l’apertura simultanea di più applicazioni.

Inoltre, il computer venne commercializzato con una ricca dotazione di software realizzata da Psion: il pacchetto completo comprendeva, infatti, l’editor di testo “QL Quill”, il foglio elettronico “QL Abacus”, il database “QL Archive” e il programma professionale per la realizzazione di grafici “QL Easel”.

Tuttavia, nonostante il prezzo di lancio concorrenziale (inizialmente, il costo si aggirava intorno ai 399 $), il nuovo prodotto di Sinclair si rivelò un flop dal punto di vista commerciale.

Le ragioni di un tale insuccesso sono diverse e di varia natura. Ultimato frettolosamente, quasi certamente per osteggiare il lancio dell’Apple Macintosh, il sistema operativo di Sinclair QL risultava affetto da numerosi bug.

La stessa tastiera a membrana in mylar, oltre a dimostrarsi poco agevole, non vantava di certo una adeguata longevità e i due microdrive integrati erano piuttosto inaffidabili, nonché di una capienza limitata a soli 100 KB.

Sinclair, impegnato nel contemporaneo lancio di TV flat-panel e del triciclo C5 (prodotti che, per altro, incontrano altrettanti esiti negativi) decise di sfuggire al rischio di un plausibile fallimento cedendo la propria società ad Amstrad, la quale ritirò definitivamente dal commercio il QL nel 1990.

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