OpenDoc e lo standard della Apple

Nel mare delle applicazioni, degli studi, e di tutto ciò che non ha reso quanto si sperasse, trovano posto anche futuri standard poi mai divenuti tali.

In questo caso parliamo di Apple, quando nel suo periodo senza Steve Jobs al comando, decise di imbarcarsi nello sviluppo di un nuovo framework chiamato OpenDoc, e in grado di apportare un notevole cambiamento nella gestione dei documenti.

Il cambiamento si sarebbe riversato sia sulla vita degli sviluppatori, che su quella degli utilizzatori, i quali avrebbero avuto modo di trovarsi di fronte a un nuovo modo di intendere i documenti ibridi.

Purtroppo, per varie vicissitudini e ritardi, al rientro di Jobs è stata messa la parola fine a questo progetto dopo cinque anni di gestazione, e parecchi soldi persi.

La tecnologia OpenDoc nasce da un antefatto: Microsoft cerca la collaborazione con Apple per una nuova versione del suo standard OLE, ma qualcosa non va e le due aziende decidono di proseguire ognuna per la propria strada.

A questo punto, dopo vari studi, Apple decide di sviluppare da sé un framework da candidare poi come standard, dando così il via al progetto OpenDoc.

Ci troviamo precisamente nel 1992, e questo nuovo progetto prende a modello il sistema Xerox Star, puntando a diventare l’alternativa a Microsoft OLE.

L’idea di base era di creare dei componenti in grado di occuparsi di specifici compiti, come elaborare testi, o bitmap, mentre OpenDoc si prefiggeva di essere il contenitore in cui utilizzare tutti questi componenti, e insieme il formato standard con cui poi salvarli.

Nelle intenzioni, questo avrebbe dovuto fornire anche maggior spazio a piccoli sviluppatori di software da ufficio, i quali si sarebbero potuti impegnare nella creazione di un ottimo programma, anziché di una intera suite.

Ovviamente, uno standard per essere tale doveva essere riconosciuto anche all’esterno dell’azienda, e così al progetto parteciparono anche IBM, la quale portava in dote le librerie condivise SOM, e WordPerfect, in cui Mark Ericson si occupava del porting per Microsoft e dell’interoperabilità tra OpenDoc e OLE.

Inizialmente lo standard OpenDoc era basato sui documenti, e fu presentato per Mac OS 7.5 e successivamente IBM pensò di incorporarlo nel proprio OS/2 Warp 4.

Tra le maggiori applicazioni studiate per OpenDoc, vi troviamo ad esempio il word processor WAV della Digital Harbor, il pacchetto Numbers & Charts della Adrenaline Software in grado di gestire fogli elettronici e diagrammi 3D, oppure CyberDog, una sorta di suite per il Web della stessa Apple. Oltre questi, furono presentati anche dei software in campo didattico come Dock’em prodotto da MetaMind Software sotto il patrocinio della National Science Foundation degli Stati Uniti.

Arrivati però al 1997, con il rientro di Jobs e con il riassesto dell’azienda, il progetto OpenDoc viene sospeso, sia per le enormi spese che per gli scarsi risultati. Ed è così che termina la vita di uno dei primi esperimenti Apple fatti in collaborazione con altre aziende sullo studio di standard aperti.

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