Craiglist, sette procuratori chiedono chiarezza

Sette procuratori generali hanno chiesto a Craiglist di fornire più dettagli sul suo piano per arginare il fenomeno degli annunci legati alla prostituzione e al crimine. Un tribunale ha intanto obbligato il procuratore del South Carolina a non procedere
Sette procuratori generali hanno chiesto a Craiglist di fornire più dettagli sul suo piano per arginare il fenomeno degli annunci legati alla prostituzione e al crimine. Un tribunale ha intanto obbligato il procuratore del South Carolina a non procedere

Non si placano gli scambi di accuse e le polemiche negli Stati Uniti sul portale di annunci Craiglist. Dopo aver minacciato in più occasioni l’avvio di approfondite indagini per verificare la presenza di attività illecite legate al crimine e alla prostituzione sul sito web, sette procuratori generali hanno ora formalmente richiesto alla società di illustrare il piano previsto per arginare le attività illecite sul suo portale.

La decisione dei sette procuratori generali giunge ad alcuni giorni di distanza da una importante vittoria giudiziaria per Craiglist. I responsabili del sito web, molto utilizzato negli States, hanno ottenuto da una corte distrettuale del South Carolina un ordine restrittivo nei confronti del procuratore generale Henry McMaster, che aveva minacciato l’istituzione di un caso contro Craiglist per la presenza di annunci legati alla prostituzione sulle sue pagine. Per avviare una procedura nei confronti della società di San Francisco, McMaster dovrà dunque attendere un pronunciamento definitivo della magistratura, le cui indagini per avere un quadro completo della vicenda sono ancora in corso. Secondo numerosi osservatori, la posizione intransigente del procuratore generale del South Carolina sarebbe in parte strumentale: voci insistenti danno il conservatore McMaster come un probabile candidato per la corsa verso l’incarico di governatore dello Stato.

Nonostante il pronunciamento della corte distrettuale abbia al momento rimandato il contenzioso più importante intorno all’affaire Craiglist, sette procuratori generali si sono dimostrati pronti a non demordere, richiedendo alla società di fornire un quadro chiaro sui prossimi provvedimenti per arginare il fenomeno degli annunci legati alla prostituzione e alle altre attività illecite. «Desideriamo sapere in termini chiari e precisi come Craiglist intenda bloccare le attività illecite, un particolare in grado di mostrare la sua buona fede e di fornire un esempio per gli altri siti. L’adescamento legato al sesso può essere sottile o mascherato, dunque la chiave è identificare le parole e i segnali in codice. Vogliamo vedere regole e procedure precise per tenere la pornografia e la prostituzione alla larga dagli annunci nella nuova sezione dei servizi per adulti di Craiglist» ha dichiarato Richard Blumenthal, procuratore generale del Connecticut, ricevendo il plauso e l’adesione dei procuratori dell’Illinois, del Maryland, del Mississippi, del Missouri, del New Hampshire e della Pennsylvania.

Nel corso delle ultime settimane, Craiglist ha comunque dimostrato di tenere particolarmente in considerazione le critiche e le istanze sollevate dai procuratori generali. Determinata a fare maggiore chiarezza, la società ha decretato l’eliminazione della controversa sezione “Erotic Services” dal suo portale, sostituendola con una più sobria categoria “Adult Services” i cui annunci sono tutti vagliati manualmente prima di essere caricati online. Il piano per ripulire Craiglist sembra essere dunque chiaro, ma la società dovrà cercare nuove strade per rassicurare i procuratori e contemporaneamente il suo ampio bacino di utenti.

Sul blog della società, il CEO di Craiglist – Jim Buckmaster – ha intanto avviato una campagna per mettere in evidenza quanto il fenomeno degli annunci erotici che veicolano la prostituzione siano presenti su numerosi portali online, e non solo occasionalmente sul suo famoso sito. Nonostante gli esempi non manchino, le autorità statunitensi sembrano essere al momento concentrate su Craiglist, il portale più esposto poiché raccoglie il maggior numero di utenti rispetto alla concorrenza.

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