Advertising, richieste garanzie sulla privacy

Un gruppo di dieci associazioni per la tutela dei consumatori e della loro privacy ha richiesto alle istituzioni statunitensi di adottare nuove norme per regolamentare l'advertising online, impedendo la raccolta non autorizzata di dati sensibili
Un gruppo di dieci associazioni per la tutela dei consumatori e della loro privacy ha richiesto alle istituzioni statunitensi di adottare nuove norme per regolamentare l'advertising online, impedendo la raccolta non autorizzata di dati sensibili

Non si spengono negli Stati Uniti le polemiche intorno ai nuovi sistemi di advertising online basati sulle preferenze e i contenuti visitati dagli utenti. Una coalizione di dieci associazioni a tutela dei consumatori e della privacy ha da poco richiesto l’adozione di nuove norme federali per regolamentare gli annunci pubblicitari online, e la raccolta dei dati da parte delle società di marketing. L’insieme degli attivisti mira a introdurre una norma che obblighi i gestori dei siti web a notificare agli utenti l’avvenuta raccolta di informazioni entro 24 ore dalla visita dei loro spazi online.

La coalizione, che comprende il Center for Digital Democracy e la Electronic Frontier Foundation, sta esercitando forti pressioni sul Congresso statunitense per ottenere una nuova legge che impedisca ai sistemi di advertising online di raccogliere dati sensibili quali: informazioni sulla salute, dettagli sul patrimonio, informazioni sulla propria razza e sul proprio orientamento sessuale. Secondo le associazioni coinvolte nell’iniziativa, tali pratiche sarebbero fortemente lesive del diritto alla riservatezza di ogni individuo in Rete e andrebbero dunque impedite.

«L’idea è: vogliamo che i consumatori siano in grado di fruire di tutti i vantaggi delle nuove tecnologie senza che siano le tecnologie a trarre vantaggio dai consumatori. Al momento in questo non c’è equilibrio» ha dichiarato Pam Dixon, direttore esecutivo del World Privacy Forum, esponendo la visione delle principali associazioni per la tutela dei consumatori e della privacy sulla delicata questione.

A causa di informative sulla riservatezza e condizioni d’uso poco trasparenti e scritte in maniera poco chiara, gli utenti della Rete non hanno sempre l’opportunità di comprendere pienamente quali e quanti dati personali vengano raccolti dai siti web che utilizzano gli annunci pubblicitari calibrati sui contenuti visitati. Secondo la coalizione, tale condizione lede il diritto alla privacy di chi utilizza la Rete poiché raramente può richiedere la cancellazione delle informazioni raccolte sul proprio conto, specie se tale pratica è avvenuta a sua insaputa.

Le richieste formulate alle istituzioni governative statunitensi prevedono anche la creazione di un apposito registro nel quale indicare le proprie preferenze legate all’advertising contestuale ai propri interessi, così da impedire la raccolta di dati sensibili senza le necessarie autorizzazioni da parte degli utenti. Infine, la colazione delle dieci associazioni preme per ottenere una nuova legge che consenta ai consumatori di avviare azioni legali contro i siti web e le società di advertising che non rispettano le norme sulla privacy o che sfruttano particolari iniziative commerciali per sottrarre dati sensibili agli utenti.

Le dichiarazioni delle associazioni per la tutela dei consumatori e della loro privacy giungono a due mesi di distanza dalla decisione delle principali società di advertising di adottare un codice di autoregolamentazione, per rendere più trasparente la gestione degli annunci pubblicitari online. Il nuovo sistema, ancora in fase di adozione, non è stato accolto con molto entusiasmo dalle associazioni che si battono per la tutela della riservatezza online. Entrambi i soggetti convengono comunque su un punto fondamentale: la nuova frontiera dell’advertising basato sulle preferenze degli utenti va in qualche modo normata. L’appello diretto al Congresso formulato da parte della coalizione potrebbe ora stimolare il dibattito anche nei palazzi delle istituzioni statunitensi.

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