Tim Berners-Lee: il doppio slash? È inutile

Per tutti coloro che usano quotidianamente il Web per lavoro, per informarsi o semplicemente per passatempo, il “doppio slash” ha ormai assunto i caratteri tipici della familiarità. Parliamo ovviamente, per chi ancora non avesse capito, di quelle due “barrette” inserite subito prima dell’altrettanto tipico “www” di ogni indirizzo dei milioni di siti della Rete.

La formula “http://” è ormai entrata nel vocabolario comune di tutti i navigatori alla stregua di qualunque altro oggetto di uso quotidiano, una formula che nessuno si sognerebbe di criticare perché accettata “così com’è”. Eppure, qualcuno, una critica all’utilità di una parte di questa formula (il doppio slash appunto) l’ha fatta.

Quel qualcuno è niente di meno che Tim Berners-Lee, ovvero il papà del World Wide Web, cioè colui che qualche anno fa ebbe l’idea di inserire quella doppia barretta al fine di staccare l’acronimo che indicava il protocollo di rete (http) e l’inizio dell’indirizzo Web vero e proprio.

Un’idea che a quel tempo sembrò la soluzione migliore ma che oggi, a distanza di anni, ha fatto ammettere al suo creatore come effettivamente essa sia del tutto inutile e rappresenti nulla più che un’operazione superflua che non ha altro effetto che far perdere tempo agli utenti.

“L’ammissione di colpa” di Tim Berners-Lee è avvenuta, con toni a dire il vero piuttosto simpatici, durante un’intervista di cui vi mostriamo il video in fondo al post. Una retromarcia che spinge il papà del www a dire che forse sarebbe meglio rivedere del tutto la formula e togliere questo inutile doppio slash.

Forse abolire i due slash sarebbe troppo, in fondo anch’essi sono un pezzo di Internet e in realtà al giorno d’oggi non danno alcun fastidio agli utenti (con i browser moderni basta digitare semplicemente l’indirizzo, senza passare per il doppio slash), ma questa “proposta” in un certo senso testimonia, ancora una volta, come il mondo Internet sia sempre in continua evoluzione e come la visione di chi lo ha ispirato sia mutevole anch’essa.

La Rete non ha nessun punto fermo, nessun “dogma” incrollabile, qualità che hanno fatto di questo mezzo un “media” a tutto tondo, capace di adattarsi e modificarsi di continuo, centrando così l’obiettivo di rubare il palcoscenico agli altri strumenti di comunicazione che invece sembrano costruiti proprio per viaggiare sui soliti binari, lenti ad evolversi e mai veramente autocritici, ecco verosimilmente perché la Rete è diventata un fenomeno globale di importanza fondamentale.

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