Kazaa, la sicurezza non convince

Kazaa è stato fermato per la seconda volta dai filtri Norton, impedendo così all'utenza di accedere al servizio. Il team Kazaa si ribella, ma difficilmente Symantec farà un passo indietro: sia McAfee che la StopBadware Coalition concordano sui rischi
Kazaa è stato fermato per la seconda volta dai filtri Norton, impedendo così all'utenza di accedere al servizio. Il team Kazaa si ribella, ma difficilmente Symantec farà un passo indietro: sia McAfee che la StopBadware Coalition concordano sui rischi

C’era un tempo in cui Kazaa era al centro delle attenzioni per la sua peculiare attività che faceva impazzire tanto i detentori del diritto quanto gli utenti più attenti alla propria sicurezza. Quel Kazaa era il software più scaricato al mondo, ma viveva su di un equilibrio troppo delicato per poter durare. A distanza di anni Kazaa è tutt’altra cosa, ma ancora sembra non aver completamente ricucito i propri rapporti con il mondo della sicurezza.

Per la seconda volta nel giro di pochi giorni gli utenti utilizzanti antivirus Norton hanno visto impedito l’accesso al servizio Kazaa in virtù di una moltitudine di problemi legati ai filtri propri dell’offerta Symantec. Kazaa ha raccolto con estrema stizza l’ennesimo ostacolo ed ha così pubblicamente notificato il proprio disappunto. E si è trattata di una nota estremamente dura: Kazaa ricorda la natura legale della propria attività (una evidente presa di distanze nei confronti del passato del gruppo) e ricorda di avere un milione di brani a disposizione della propria utenza senza che nulla possa preoccupare l’utenza stessa.

A supporto delle tesi Symantec emergono però ulteriori indicazioni contrassegnanti la non completa bontà delle attività Kazaa. McAfee SiteAdvisor segnala ad esempio tutta una serie di siti poco raccomandabili contattati all’atto dell’installazione del client. Non solo: la StopBadware Coalition (Google, Mozilla, PayPal, Trend Micro, VeriSign e altri) ferma Kazaa già da tempo, intravedendo nelle attività del gruppo qualcosa di poco in linea con gli interessi dell’utenza.

In passato Symantec ha inciampato in Spotify, fermando senza motivi validi il servizio e scusandosi in seguito con gli utenti per il falso positivo determinato. In questo caso Symantec non ha ancora offerto spiegazioni, ma probabilmente non avrà parole dolci nei confronti del servizio fermato: Kazaa è sì un servizio legale che offre regolarmente l’accesso a musica licenziata, ma le modalità con cui il tutto viene realizzato a livello software implicano problemi che l’intero corpus dei software per la sicurezza online identifica ormai come qualcosa da stigmatizzare e fermare.

La reazione della Brilliant Digital Entertainment (il gruppo avente in gestione le attività Kazaa) è significativa poiché grave è il danno di immagine comminato: la mancanza di fiducia nel brand è qualcosa in grado di allontanare l’utenza rimasta (sebbene il gruppo autodescriva Kazaa come «uno dei servizi musicali di maggior crescita»). Nel proprio comunicato Kazaa spiega di aver cercato collaborazione con Symantec e di auspicare pertanto una immediata regolarizzazione della situazione. Il comunicato non entra però nel merito della questione ed il gruppo non sembra pertanto voler fare un passo indietro rispetto alle contestazioni ricevute.

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