Telecom Italia vuole un e-reader made in Italy

Da una parte c'è Telecom Italia che promette un proprio e-reader entro Natale. Dall'altra c'è il Sole 24 Ore che apre un ebook store con distribuzione dei file in formato pdf. Le due manovre sembrano suggerire una via italiana per l'editoria digitale
Da una parte c'è Telecom Italia che promette un proprio e-reader entro Natale. Dall'altra c'è il Sole 24 Ore che apre un ebook store con distribuzione dei file in formato pdf. Le due manovre sembrano suggerire una via italiana per l'editoria digitale

Telecom Italia ha intenzione di porsi al centro dell’incontro tra gli utenti ed i contenuti. Ha promesso il proprio impegno in tal senso presentando Cubo, ed ora la promessa viene traslata anche nell’ambito degli ebook ove una soluzione proprietaria verrà presentata entro Natale. Nessun dettaglio però: al momento in campo v’è soltanto una dichiarazione di intenti.

Le dichiarazioni provengono da Franco Bernabé e sono state raccolte dall’ANSA, ma il lancio d’agenzia è particolarmente scarno di dettagli anche in virtù di un progetto ad oggi presumibilmente ai primi passi: «In arrivo in Italia una piattaforma di distribuzione di contenuti editoriali in formato elettronico che sarà efficiente. […] La piattaforma punterà su un sistema standard per superare le difficoltà di un mercato oggi caratterizzato da “una situazione estremamente confusa” per le diverse piattaforme in campo».

Telecom Italia, insomma, considera troppo frammentato e complesso il mercato attuale, intravedendo pertanto spazi monetizzabili ed un possibile spiraglio per infilare la propria offerta anche nel mondo dell’editoria digitale. Questa l’unica certezza attuale: «Telecom Italia ha avviato il progetto e si avrà un e-reader in un sistema standardizzato per Natale».

Nel momento in cui si parla di e-reader, probabilmente Telecom Italia potrebbe mettere in campo il marchio Olivetti, di recente rispolverato: la produzione di un dispositivo elettronico di lettura potrebbe essere un ottimo espediente per il rilancio del glorioso marchio di Ivrea. Per quanto concernente gli standard identificati dal gruppo, invece, nulla di ulteriore è dato a sapersi: semplicemente Telecom sembra voler portare sul mercato un dispositivo per standard aperti che faccia semplicemente leva sulla differenziazione presente per penetrare nicchie più o meno ampie.
Con una certa sicurezza circa le possibilità di riuscita del progetto: «Quando tra 18 mesi Kindle arriverà in Italia, noi avremo una piattaforma di distribuzione di contenuti editoriali in formato elettronico finalmente efficiente».

Nelle stesse ore il Gruppo Sole24Ore ha presentato il progetto Pagin@24, e potrebbe non essere questa una completa casualità. Secondo quanto annunciato, «All’indirizzo pagina24.ilsole24ore.com si trova online il nuovo eBook store dove scegliere e acquistare in formato digitale le ultime pubblicazioni in materia di fisco, contabilità e bilancio, lavoro, diritto, edilizia, pubblica amministrazione, economia e management». Gli ebook possono essere acquistati e scaricati in formato pdf. «Dopo aver selezionato i titoli scelti e aver concluso il processo di acquisto, sarà possibile consultare gli eBook sul proprio PC in pochissimo tempo. Ogni eBook acquistato, previa autenticazione, può essere letto, visualizzato e stampato tutte le volte che si vuole».

Spiega ancora Bernabé: «Molti editori – ha sottolineato Bernabè intervenendo alla presentazione di un libro nella sede della Stampa estera – si stanno muovendo e hanno capito che la logica della standardizzazione è vincente. Con questa piattaforma vogliamo essere partner degli editori per la distribuzione e la gestione del pagamento dei contenuti digitali». L’hardware Telecom Italia ed i contenuti dei grandi editori, insomma, potrebbero dar vita a quel meccanismo di vendita che da più parti e da molto tempo si auspica: un modo per monetizzare l’editoria digitale, un nuovo esperimento per riuscire smuovere le acque dopo lunghi mesi di difficoltà tanto nella vendita dei giornali quanto nella raccolta pubblicitaria. Ma il condizionale, ad oggi, è un obbligo.

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