Google, fissato l'addio alla Cina: vicino l'annuncio

Google.cn sarà presto sacrificato sull'altare degli scontri tra il gruppo occidentale e le autorità cinesi. Un dipendente Google avrebbe previsto per il 22 Marzo un annuncio ufficiale e per il 10 Aprile la chiusura (temporanea?) del motore di ricerca
Google.cn sarà presto sacrificato sull'altare degli scontri tra il gruppo occidentale e le autorità cinesi. Un dipendente Google avrebbe previsto per il 22 Marzo un annuncio ufficiale e per il 10 Aprile la chiusura (temporanea?) del motore di ricerca

Il dado, a quanto pare, è tratto. Sebbene attorno agli uffici di Google China sia sceso il silenzio, il braccio di ferro con le autorità cinesi sembra aver definitivamente portato ad una scelta: Google lascia. Difficilmente sarà una resa e più probabilmente v’è da attendersi un addio al veleno, condito di ulteriori polemiche e probabilmente lasciando aperto fino all’ultimo uno spiraglio di trattativa ulteriore. Ma ormai sembra esserci una sorta di scadenza che si fa ultimatum: il 10 Aprile il gruppo metterà in atto le proprie scelte.

Nessuna dichiarazione ufficiale, nessun comunicato, nessuna intervista pubblica: ancora una volta i rumor provengono da insider del gruppo, la cui divisione cinese sarebbe a questo punto in discussione poiché svuotata di parte delle proprie funzionalità. L’abbandono sarebbe dettato dagli scontri dei mesi scorsi, dalla divergenza di opinioni relativamente alla censura sul motore di ricerca e dai misfatti avvenuti in coincidenza con l’attacco informatico ai server del gruppo. Le accuse alle università, l’intervento del Segretario di Stato Hillary Clinton e toni mai così accesi hanno determinato una situazione che a questo punto sembra vicina al punto di non ritorno.

E i rumor parlano chiaro: il 10 Aprile Google dovrebbe uscire dalla Grande Muraglia ed il 22 Marzo potrebbe già comunicare ufficialmente la propria dipartita. Nella stessa data verranno comunicati i dettagli ai dipendenti della divisione locale, ai quali verrà lasciata duplice scelta: insediarsi presso gli uffici americani del gruppo, oppure rimanere presso altre divisioni della localizzazione cinese. Secondo quanto emerso, quindi, Google non uscirebbe del tutto dal mercato, ma spegnerebbe soltanto i server del motore Google.cn tenendo in auge ogni altro servizio già esportato.

Quella di Google non è sicuramente stata una scelta semplice poiché abbandonare il paese orientale significa al tempo stesso rinunciare ad un immenso bacino d’utenza; rinunciare al 36% di quota di mercato conquistata negli anni; deludere l’utenza fidelizzata; mandare in fumo anni di investimento; lasciar spazio prezioso a un rivale come Bing (già pronto a firmare con Motorola per giungere sui cellulari Android come motore di ricerca predefinito, una scelta che probabilmente ha soltanto anticipato una mossa che tra i partner sarebbe già nota).

La rottura è inevitabilmente una situazione “lose-lose” in cui nessuno dei contendenti ne esce vincitore (ma la posta in palio è evidentemente tanto alta da mettere in bilancio anche un rischio di grave impatto generale). La Cina ha però bisogno di tener forte la propria autorità sulla Rete e, al contrario, Google non può prescindere dall’impacchettare questa autorità per metterla nelle mani degli utenti. Google.cn ne esce come vittima sacrificale, sempre che tra il 22 e il 10 non si trovi una soluzione comune che riporti le parti a dialogare, mediare e stringersi la mano.

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