In Francia e in UK sono gli utenti a monitorare le autorità sul P2P

Per i dettagli tecnici più sottili vi rimandiamo direttamente alla pagina di TorrentFreak, ma la notizia di suo è semplicissima: come spiare lo spione.

Sono stati, infatti, svelati gli IP da cui in Francia e nel Regno Unito vengono spiati i file-sharer. Che si tratti di falsi server eDonkey o di falsi utenti BitTorrent, il numero di IP usati è estremamente basso. Tutto ciò va a costituire un’arma in più nelle mani dei pirati di oltralpe e oltremanica per sfuggire alle grinfie delle nuove legislazioni.

Tutto ciò può apparire ridicolo: nascondere il proprio IP è un passaggio semplicissimo, che centinaia di migliaia di pirati fanno ormai da anni. Probabilmente, però, proprio la natura “ufficiale” di questi “spioni” impedisce loro di passare dal primo proxy che capita.

Le maglie della burocrazia e della legge sembrano sempre un po’ indietro rispetto alla creatività spontanea dei file-sharer, al moltiplicarsi di possibilità e potenzialità della rete e all’astuzia delle comunità hacker. A ogni modo, la vita da pirata improvvisato, ovvero di coloro che si avventurano nel mare del P2P senza la consapevolezza necessaria dei rischi e dei sistemi da operare, si fa sempre più rischiosa e insidiosa.

Un altro modo di leggere questi dati, in fondo, è proprio quello per cui le forze dell’ordine abbiano ormai rinunciato, o quasi, alla guerra contro i professionisti della pirateria, abbassando il target all’ingenua gente comune. Si tratterebbe di una strategia posta a ridurre drasticamente il numero di file-sharer, che in fondo è costituto da una massa molto alta di “illetterati” informatici.

Per replicare a questo pericolo, l’unica arma in mano ai pirati è un’informazione capillare e una diffusione sempre più ampia di programmi sicuri, facilmente gestibili anche da “utonti”, fermo restando che un “utonto” resterà per sempre l’anello debole della catena.

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