App Store: vita dura per i developer dediti al name squatting

Il name squatting è una sorta di piaga del Web e, come era facile prevedere, non poteva che diffondersi anche su App Store. Con questo nome si indica il comportamento poco corretto, diffuso a macchia d’olio nella registrazione di domini Internet, di registrare un nome per poi non sviluppare nulla, se non la possibilità di rivendicarne i diritti all’arrivo di un lecito offerente.

Stanca di questo abuso, Apple ha deciso di imporre un limite agli sviluppatori: se dopo 90 giorni dall’acquisizione di un nome tramite iTunes Connect non dovesse corrispondere l’upload dell’app corrispondente, Cupertino provvederà ad eliminare l’intera registrazione.

A scoprire questa nuova tattica di App Store sono stati gli sviluppatori di Fartorama, un’applicazione, così come si evince dal nome, probabilmente dedicata alla produzione di rumori molesti. Con decisa ironia, perciò, Cupertino ha scelto la propria prima vittima fra il gruppo di applicazioni che, forse solo dopo il porno, meno gradisce nel proprio catalogo: le fart-app. Tuttavia Fartorama non è l’unica applicazione coinvolta da queste pulizie autunnali: decine di altri developer stanno ricevendo l’identico avviso.

Le norme di App Store sono sempre state rigide e spesso incomprensibili. Questa volta, però, la ragione sembra essere dalla parte di Cupertino, con una scelta che sembra sia stata fatta in favore degli sviluppatori onesti. Liberare i nomi occupati indebitamente, magari con secondi fini non di certo nobili, aiuterà i developer onesti a sviluppare realmente del software.

Certo, ne verrà colpita anche la minoranza degli sviluppatori impegnati che, tuttavia, si rivelano decisamente letargici nella fase di realizzazione: il tutto deve essere terminato in 90 giorni. Ma, a conti fatti, si tratta di un piccolo prezzo da pagare per incrementare la qualità di App Store e dei servizi che quotidianamente offre.

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