Trend Micro e Panda chiedono il Choice Screen

Trend Micro e Panda Labs criticano la scelta Microsoft di suggerire ai propri utenti l'adozione di Microsoft Security Essentials
Trend Micro e Panda Labs criticano la scelta Microsoft di suggerire ai propri utenti l'adozione di Microsoft Security Essentials

Trend Micro e Panda Security stanno tentando di ripercorrere la strada che Opera ha percorso in passato riuscendo ad imporre a Microsoft il cosiddetto “Choice Screen“. Quella avviata, in realtà, sembra più una provocazione che non una autentica minaccia, ma è quanto basta per porre il tema all’attenzione delle parti in causa e sollevare così un piccolo polverone attorno ai recenti cambi di strategia Microsoft nel contesto del proprio Microsoft Security Essentials.

L’antivirus di casa Microsoft è stato contestato fin dalla prima ora poiché interpretato da una parte come una inaccettabile invasione di un mercato altrui, e dall’altra come un possibile corto circuito nel settore degli antivirus. Microsoft da parte sua si è sempre svincolata dalle polemiche grazie alla promessa del gratis: MSE è un prodotto semplice e gratuito, teoricamente valido per una protezione basilare senza velleità di sfida nei confronti delle soluzioni più avanzate.

A far sollevare nuovamente la polemica è però l‘inclusione di MSE tra gli aggiornamenti di Windows Update: l’offerta dell’antivirus di casa Microsoft in allegato agli aggiornamenti del gruppo è considerata azione invasiva ed inaccettabile, ponendo il problema su due piani. Su quello della sicurezza, anzitutto: «una sola soluzione per la sicurezza sarebbe un incubo: se tutti avessimo lo stesso software per la sicurezza, la cosa renderebbe le cose più facili per i ragazzi cattivi».

Siamo d’accordo con Microsoft; è meglio avere qualche tipo di protezione che non averne del tutto. Però il modo in cui quelli di Redmond stanno mettendo in atto l’idea è un rischio da un punto di vista della sicurezza e potrebbe facilmente rendere la situazione dei malware ancor peggiore

Ma la lingua batte soprattutto sul dente che duole: le parti ritengono che Microsoft avrebbe il dovere di proporre una lista di soluzioni plausibili invece di proporre unicamente la soluzione proprietaria. In ballo è pertanto chiamata indirettamente l’antitrust, tentando così di cavalcare la medesima onda che in passato ha portato sul mercato europeo al Choice Screen per la scelta del browser desiderato.

Ad oggi il tutto è fermo ad una fase dialettica e difficilmente si potrà andare oltre. I legali Microsoft sono però allertati: un nuovo fronte potrebbe aprirsi, o quantomeno lo scontento di un certo mercato sta iniziando a superare il livello di allarme.

Tra poche ore, intanto, gli aggiornamenti Microsoft saranno diramati in tutto il mondo in occasione del tradizionale patch day mensile e Windows Update suggerirà a tutti gli utenti del gruppo di utilizzare Microsoft Security Essentials per proteggere il sistema.

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