Google cambia l'algoritmo: penalizzato chi copia

Google ha modificato il proprio algoritmo per fare in modo che i contenuti originali possano essere avvantaggiati rispetto alle copie
Google ha modificato il proprio algoritmo per fare in modo che i contenuti originali possano essere avvantaggiati rispetto alle copie

L’algoritmo di Google sta per cambiare. Anzi, è già cambiato. Come sempre non è possibile carpire l’esatta natura del cambiamento, ma è comunque chiaro l’obiettivo palesato dal gruppo: Google ha la necessità di migliorare la qualità delle proprie SERP, affinando il proprio sistema di ricerca tramite l’eliminazione di spam e contenuti duplicati o di bassa qualità.

Se non è forse vero che un battito d’ali di una farfalla è in grado di determinare un uragano, è però sicuramente vero che un piccolo cambiamento nell’algoritmo di Google è in grado di causare fortissime ripercussioni sul mondo del Web. Il nuovo intervento in merito da parte di Matt Cutts, il volto Google per quanto concernente le dinamiche relative alla tecnologia nel cuore del motore di ricerca, impone pertanto immediate riflessioni per tutti coloro i quali studiano il mondo SEO per capire come costruire il proprio business online.

Matt Cutts è giocoforza vago nelle proprie spiegazioni, ma offre una conferma: il motore ha parzialmente modificato il proprio algoritmo. Nel suo primo intervento nei giorni scorsi, infatti, si cambiava di “una cosa” che avrebbe pesato soprattutto sulla tipologia dei contenuti costituente le SERP, tentando di penalizzare in particolare lo spam e le “Content Farm”. La “cosa” sarebbe stata approvata e nei giorni scorsi adottata, portando così immediatamente in azione la modifica.

La ricaduta sulle SERP sarà minimo: soltanto il 2% dei risultati sarà coinvolto nel cambiamento, e soltanto in un caso su 4 l’utenza è in grado di accorgersi del cambiamento. Ma un cambiamento di questa natura potrebbe essere fondamentale poiché andrebbe a penalizzare coloro i quali investono tempo e tecnologie nella produzione di contenuti ad hoc per la scalata del motore e non piuttosto per soddisfare la sete di informazione degli utenti.

L’effetto sulla rete è che l’utente vedrà più probabilmente il sito che ha scritto il contenuto originale piuttosto che non un sito che ha sottratto o copiato i contenuti dal sito originale

In una precisazione offerta a TechCrunch, inoltre, Cutts spiega di operare in totale indipendenza rispetto al lato di Google che si occupa di vendita e strategie pubblicitarie. Il suo ruolo di responsabile della ricerca, insomma, sarebbe totalmente dissociato dalle funzioni legate al comparto AdWords/AdSense, il che significa che ogni variazione avverrebbe con la sola ed unica finalità di favorire l’esperienza di ricerca dell’utenza. La battaglia allo spam ed alle “content farm” sarebbe pertanto del tutto autentica, coltivata su una reale volontà di migliorare l’efficienza del motore per evitare di prestare il fianco alle critiche strumentali della concorrenza.

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