Editori europei contro i blocchi di iOS

Gli editori europei si scagliano contro Apple per le nuove regole di iOS. Le motivazioni di Cupertino, però, appaiono tutt'altro che infondate: chi avrà ragione?
Gli editori europei si scagliano contro Apple per le nuove regole di iOS. Le motivazioni di Cupertino, però, appaiono tutt'altro che infondate: chi avrà ragione?

La notizia dell’esclusione dell’eBookStore di Sony da App Store ha lasciato senza parole molti editori, in particolare quelli europei. Apple, infatti, ha deciso di vietare la vendita di contenuti che oltrepassino i confini di iOS, così da proteggere i propri interessi dalla concorrenza. La European Online Publishers Association non ha gradito questa mossa e, quindi, ha proposto un incontro con i vertici di Apple per esprimere il disappunto verso quello che considera un vero e proprio tradimento.

“Gli editori si sentono traditi. Hanno creduto che App Store fosse un’ottima via per accedere ai contenuti dei propri giornali e delle proprie riviste. Quindi hanno alimentato il successo di iPad, investendo in applicazioni per il tablet. Promuovendo queste app, hanno promosso anche il device. Gli editori, infatti, hanno così contribuito ai risultati di iPad sul mercato.”

Queste le parole di Grzegorz Piechota, portavoce dell’International Newsmedia Marketing Association, un gruppo che conta 5.000 membri fra editori sparsi in più di 80 nazioni. A queste affermazioni, tuttavia, vengono contrapposte le prime e timide dichiarazioni di Cupertino che, tramite Trudy Miller, ha spiegato il perché di questa drastica decisione.

A quanto pare, alcuni editori avrebbero offerto l’accesso gratuito alla versione iPad dei propri quotidiani anche agli abbonati delle edizioni cartacee, bypassando il revenue sharing del 30% richiesto da Apple. Così facendo, Cupertino fornisce un servizio agli editori che, a conti fatti, non viene corrisposto da un adeguato pagamento. La portavoce Miller, inoltre, ha tenuto a sottolineare come non sia vietata la vendita di magazine esterni a App Store: Apple richiede soltanto che l’acquisto del contenuto terzo avvenga tramite un in-app purchase, così che possa correttamente calcolare le proprie percentuali di guadagno.

Si tratta, perciò, di due posizioni diametralmente opposte. Difficile, di conseguenza, stabilire chi è dalla parte del torto: gli editori, che vorrebbero vendere i propri contenuti tramite il canale di pagamento preferito, o Cupertino, che vuole evitare scappatoie alle dovute percentuali di guadagno? Non resta che attendere il prossimo 17 febbraio quando, presumibilmente, Apple e i principali publisher europei si incontreranno.

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