Troppa tecnologia, poco sonno

La tecnologia toglie ore al sonno e rovina le ore residue: l'utente medio dorme sempre di meno e sempre peggio per colpa di pc, smartphone e videogame.
La tecnologia toglie ore al sonno e rovina le ore residue: l'utente medio dorme sempre di meno e sempre peggio per colpa di pc, smartphone e videogame.

La tecnologia rovina il sonno. Succede quando l’utente viene inchiodato allo schermo, invaso di notifiche, legato dagli aggiornamenti ed assorbito in una vita digitale parallela dalla quale è difficile staccarsi. Succede quando non si riesce a spegnere il pc e staccare la connessione. Succede spesso, sempre più spesso, ma le conseguenze potrebbero farsi sempre più importanti. E la frase “spegni e vai a letto” potrebbe raccogliere in sé molto più significato di quanto non sia già stato espresso dalle madri di tutto il mondo.

Lo studio è quello della statunitense National Sleep Foundation, la quale ha monitorato il rapporto tra l’abitudine al sonno e l’uso della tecnologia. Il risultato indica un peggioramento generale delle condizioni del sonno, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi. La causa sembra essere comune: il 95% dei cittadini USA usa congegni elettronici prima di andare a letto, consegnandosi così a Morfeo soltanto dopo aver risposto ad un ultimo SMS, aggiornato un’ultima volta Facebook, controllato ancora una volta Twitter e spenta definitivamente la tv.

I media sono fatti di impulsi e sollecitazioni: catturano l’attenzione ed instillano una continua tensione cerebrale ed emotiva nel fruitore dello strumento. Difficilmente, quindi, il distacco dalla tecnologia può portare rapidamente ad un sonno tranquillo, per il quale sarebbe invece necessario un tempo intermedio di preparazione fatto di silenzio e tranquillità.

Lo studio della National Sleep Foundation mette in evidenza come il 60% degli americani tra i 13 ed i 64 anni abbia un sonno disturbato ed il 64% ammetta di dormire meno di quanto non senta la necessità. In media il campione dorme circa 6 ore e 55 minuti, ma circa il 15% degli adulti ammette di dormire meno di 6 ore per notte. Differenti le cause, in base all’età: dalla tv ai videogiochi, dal pc agli smartphone e via discorrendo. Quantitativo scarso e qualità bassa sono però fattori che portano facilmente a scompensi anche gravi nella salute (pressione alta, diabete ed altre patologie potrebbero essere ricollegate direttamente o indirettamente all’uso della tecnologia in orari notturni in sostituzione del sonno) e nella concentrazione, il che trasforma il rapporto con la tecnologia in un problema ben più esteso di una semplice questione privata tra la persona ed i suoi bit.

La difficoltà nello “spegnere” la tecnologia è nel fatto che la tecnologia stessa spesso accompagna la persona anche nel letto: il 20% circa del campione ha ammesso di rispondere ad SMS e telefonate anche dopo essere andato a letto, portando così direttamente sul cuscino la causa del sonno disturbato. Secondo la National Sleep Foundation la cosa dovrebbe stimolare ad un approfondimento della questione, ad un cambiamento progettuale delle tecnologie e ad una più vasta salvaguardia del sonno in qualità di elemento insostituibile per l’equilibrio e la salute.

Del sonno non se ne può fare a meno nonostante l’innovazione tecnologica. E quindi, nonostante l’innovazione tecnologica, va preservato, difeso e garantito.

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