Bravi ragazzi vestiti da pirati

Un sondaggio sull'utilizzo dei network P2P porta a galla un dato interessante: ai download fanno spesso seguito gli acquisti.
Un sondaggio sull'utilizzo dei network P2P porta a galla un dato interessante: ai download fanno spesso seguito gli acquisti.

Se si chiede ad un responsabile di una qualunque etichetta del mondo cinematografico di fornire un identikit di un possibile utente che in genere effettua download di materiale coperto da copyright, probabilmente la risposta fornirà la descrizione di un losco delinquente il cui scopo ultimo è quello di frodare l’industria del cinema. Un sondaggio condotto dalla compagnia GfK Group, nota per i forti legami con le aziende del mondo cinematografico, smentisce invece del tutto tale visione.

Il quadro dipinto dal sondaggio è infatti profondamente diverso da quello del classico pirata atto a scaricare materiale su materiale in barba alle leggi sul diritto d’autore: in media coloro che frequentano siti di file sharing sono allo stesso tempo i principali acquirenti di materiale digitale, con una percentuale di acquisti di DVD, Blu-Ray ed altre soluzioni per l’accesso a contenuti multimediali generalmente più alta rispetto agli utenti che hanno invece dichiarato di non scaricare film dalla Rete.

Gli appassionati del file sharing sono inoltre assidui frequentatori dei cinema, preferendo in alcune circostanze le proiezioni del fine settimana, tipicamente più costose rispetto a quelle infrasettimanali. L’utilizzo di software per il download di materiale protetto si giustifica dunque in numerosi casi con la volontà di provare un prodotto prima di acquistarlo: buona parte degli utenti, secondo le stime del sondaggio, utilizza applicazioni di P2P in fase preliminare all’acquisto di un film o di un album musicale, come evidenziato anche da una simile analisi condotta nel 2010 da IFPI in merito al download di tracce audio dalla rete BitTorrent.

Come spesso accade, però, il fine non giustifica i mezzi e l’intenzione di saggiare la bontà di un film o di un album prima di acquistarlo mediante l’utilizzo di software di P2P non rappresenta chiaramente una motivazione valida per approvare l’utilizzo di tali network per fini illegali. Dal sondaggio condotto da GfK l’intero mondo del file sharing esce tuttavia fortemente ridimensionato, con alcuni miti che possono definitivamente essere accantonati.

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