MeeGo muore: nasce Tizen, OS open source

MeeGo è stato abbandonato ed è nato Tizen, supportato da Intel, Samsung, Panasonic, LiMo e Linux Foundation.
MeeGo è stato abbandonato ed è nato Tizen, supportato da Intel, Samsung, Panasonic, LiMo e Linux Foundation.

MeeGo e LiMo sono stati ufficialmente abbandonati e sono stati fusi in un unico nuovo progetto, denominato Tizen, sistema operativo sostenuto da grandi nomi dell’industria tecnologica quali Intel, Samsung e Linux Foundation, che sarà compatibile con svariati dispositivi quali ad esempio smartphone, tablet, netbook, smart TV e sistemi per auto. Tizen sarà pubblicato nel primo trimestre del 2012 e la distribuzione dei primi device che lo integreranno di default inizierà invece a metà 2012.

Quando Intel ha annunciato l’intenzione di entrare nel settore degli smartphone aveva bisogno di un sistema operativo su cui appoggiarsi: in ambito PC, il produttore si è affidato da tempo a Windows, e in ambito mobile aveva scelto Moblin, una versione di Linux originariamente destinata a essere implementata su dispositivi mobile e netbook. Successivamente, Intel annunciò una partnership con Nokia e da questa è venuto fuori un rebrand dell’OS, ovvero MeeGo, nato dalla fusione di due sistemi opensource, Maemo e Moblin.

Il progetto MeeGo è naufragato però per l’orientamento di Nokia verso i Windows Phone, dopo l’accordo stretto con Microsoft qualche mese fa. Nonostante sia uscito un solo smartphone con cuore MeeGo, ovvero il Nokia N9 che sta riscontrando ottimi pareri, Nokia non ha voluto investire ulteriormente sul sistema operativo e pertanto ha deciso di abbandonarlo. Dalle ceneri di MeeGo nasce adesso Tizen, che dovrebbe costituire la risposta di Samsung ad Android, il quale troverà però spazio in un settore dove i sistemi operativi oggi abbondano, con oltre al già citato Android anche iOS, Bada, Windows Phone, Symbian e BlackBerry OS.

Tizen dovrà pertanto trovare un modo per emergere, ma le premesse sono buone non solo perché la Fondazione LiMo conta tra i suoi membri nomi di grosso calibro pronti ad appoggiare il progetto (Samsung, Panasonic, Nec, Orange, Telefonica, Adobe, McAfee, Mozilla Corporation e tanti altri), ma anche perché in ambito mobile non c’è ancora un sistema operativo totalmente open source, a meno di considerare Android un rappresentante adatto – ma su questo c’è chi ha da ridire.

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