Siri, l'assistente vocale è contro l'aborto

Siri, l'assistente vocale dell'iPhone 4S, glissa di fronte alle domande sulle cliniche per l'aborto. E la cosa non sembra essere frutto solo di un errore.
Siri, l'assistente vocale dell'iPhone 4S, glissa di fronte alle domande sulle cliniche per l'aborto. E la cosa non sembra essere frutto solo di un errore.

Siri, l’assistente vocale integrato da Apple nel nuovo iPhone 4S, ha una risposta per ogni domanda. L’intelligenza del sistema si annida in algoritmi e fredda tecnologia, qualcosa di apparentemente neutrale e distaccato, e per questo motivo affidabile. Tuttavia anche le non-risposte possono diventare significative di fronte a talune sollecitazioni. E se i silenzi di Siri giungono in tema di aborto, ecco che etica e morale diventano un ostacolo che l’assistente per iPhone 4S si trova costretto a dribblare.

Le accuse sono state sollevate dal sito Raw Story, siti che ha testato e documentato le risposte di Siri di fronte a richieste relative a cliniche per l’aborto. A quanto pare, infatti, Siri non offre risposte a quest’ultimo interrogativo ed anzi, oltre a trincerarsi dietro silenzi motivati dall’assenza di risultati, tende a proporre soluzioni alternative invece di veicolare l’utente verso l’oggetto della propria ricerca. Un esempio: se si cerca una clinica per aborti a Washington, invece di essere indirizzati verso la “Planned Parenthood” sulla 16esima strada, si è invece pilotati verso la “1st Choice Women’s Health Center”, clinica anti-aborto della Virginia, o verso la Human Life Services, clinica similare dislocata in Pennsylvania. Se la medesima ricerca viene effettuata a New York, la risposta sarà “Non trovo alcuna clinica per aborti”.

Solo un caso? L’evidenza sembra negare un totale distacco del gruppo Apple rispetto alla problematica ed anzi Siri sembra ammettere la propria inclinazione: a precisa domanda “Perchè sei contro l’aborto?”, infatti, secondo quanto segnalato da Raw Story, Siri avrebbe risposto “Semplicemente lo sono”.

Apple ufficialmente prende le distanze e respinge ogni accusa. La portavoce Natalie Kerris ha spiegato che non vi sia alcuna omissione volontaria e che non si voglia offendere la sensibilità di alcuno. Trattasi semplicemente di un prodotto in beta release e che per questo motivo alcuni errori possano ancora essere riscontrabili. Alla luce dei fatti, però, Apple si trova ora a dover rispondere ad associazioni quali NARAL Pro-Choice America Foundation o ACLU, dalle quali giungono appelli e petizioni affinché Siri possa essere un assistente vero e proprio più che un consigliere ed una guida morale.

Escludendo il caso specifico dell’aborto, infatti, la questione della neutralità del servizio è senza ombra di dubbio una tematica importante poiché si disloca nel mezzo tra la natura oggettiva dello strumento e la veste soggettiva che il linguaggio umano dona a Siri. L’assistente, peraltro, non si tira indietro di fronte ad escort e marijuana, ma dimostra invece particolari resistenze proprio di fronte al tema dell’aborto.

Sebbene Apple prenda le distanze e neghi qualsivoglia scelta etica a monte, la storia umana di Steve Jobs sembra poter essere un elemento di non poco conto nelle valutazioni su Siri. Un bambino abbandonato dalla famiglia e divenuto poi un prodigio è lo stesso a monte dell’idea che oggi viene additata per le proprie inclinazioni anti-abortistiche: un caso, o forse no. Comunque una questione che utenti ed associazioni pretendono di approfondire, se non altro per capire se Siri possa essere un assistente fedele o se tra le proprie risposte si annidino parametri di scelta che vanno anche al di fuori delle semplici volontà espresse dall’utente.

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